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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.01.2021 Due storie francesi istruttive
Cronache di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 gennaio 2021
Pagina: 19
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Difende il politologo accusato di pedofilia, Finkielkraut sospeso dalla tv francese - Il panettiere e il suo garzone: lo sciopero della fame che commuove la Francia»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/01/2021, a pag.19, con i titoli "Difende il politologo accusato di pedofilia, Finkielkraut sospeso dalla tv francese", "Il panettiere e il suo garzone: lo sciopero della fame che commuove la Francia", due servizi di Stefano Montefiori.

Ecco gli articoli:

"Difende il politologo accusato di pedofilia, Finkielkraut sospeso dalla tv francese"

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Stefano Montefiori

Alain Finkielkraut: racconto “in prima persona” | Mosaico
Alain Finkielkraut

Parigi La rete francese LCI ha deciso di interrompere la collaborazione con il celebre intellettuale Alain Finkielkraut, 71 anni, che da cinque mesi aveva uno spazio settimanale nella trasmissione «24H Pujadas». Nell’ultima puntata, lunedì scorso, Finkielkraut ha affrontato il caso di Olivier Duhamel, il politologo che oltre trent’anni fa ha commesso atti di pedofilia incestuosa ai danni del figliastro «Victor» Kouchner, allora 13-14enne. Finkielkraut ha parlato di un’azione «molto grave, per la quale non ci sono scuse». Ma poi ha denunciato il clima di «linciaggio» contro Duhamel, e si è lamentato del fatto che «quando si pone la questione del consenso o della reciprocità si viene subito sommersi dalle critiche». Pujadas gli ha fatto notare che non poteva esserci consenso perché «Victor» era un 14enne, un bambino, ma Finkielkraut ha insistito: «E allora? Parliamo di un adolescente, non di un bambino, non è la stessa cosa». Anni fa Finkielkraut aveva suscitato polemiche simili difendendo Roman Polanski e evocando il possibile consenso della sua vittima 13enne.

"Il panettiere e il suo garzone: lo sciopero della fame che commuove la Francia"

Il panettiere e il suo garzone: lo sciopero della fame che commuove la  Francia- Corriere.it
Il panettiere con il garzone Laye Fodé Traoréiné

«Laye è un ragazzo educato, puntuale, che lavora benissimo e mi è di grande aiuto. Non prende il posto a nessuno, da tempo non riuscivo a trovare un apprendista. Quindi non capisco perché non possa continuare a lavorare nella mia panetteria». Stéphane Ravacley, fornaio cinquantenne di Besançon, è in sciopero della fame dal 3 gennaio perché si oppone all’ordinanza di espulsione di Laye Fodé Traoréiné, arrivato un anno e mezzo fa come minore non accompagnato dalla Guinea. Il ragazzo non ha mai conosciuto i suoi genitori biologici. Compiuti i 16 anni la madre adottiva gli ha consigliato di raggiungere l’Europa: lui ha attraversato il Mali e la Libia, è arrivato in Italia su un barcone e poi in treno a Nimes, dove un’associazione di volontari lo ha infine condotto a Besançon. «Ho scelto di fare l’apprendista panettiere perché ci sono molte cose diverse da fare, e mi piacciono i croissant e il pane. Svegliarmi presto non mi disturba affatto». Laye Fodé Traoréiné è colpito da espulsione perché ha raggiunto la maggiore età e i documenti non sono in regola. «La maggior parte dei ragazzi dopo l’apprendistato se ne vanno perché non hanno più voglia di fare quel lavoro o perché il patron non si occupa bene di loro — dice Ravacley. Con Laye invece abbiamo fatto due mesi di prova ed è andato tutto bene, si sveglia tutte le mattine alle 3 per venire al forno, ha imparato il francese e vorrebbe continuare. È un ragazzo per bene e volenteroso, perché rimandarlo indietro a patire nel suo Paese, quando qui ha un lavoro che gli piace?». E’ un bravo ragazzo e non prende il posto a nessuno, da tempo non riuscivo a trovare un apprendista Ieri mattina alle 8 e 30, all’ottavo giorno di sciopero della fame, il fornaio si è sentito male mentre era in auto. È rimasto un quarto d’ora semisvenuto al freddo, poi i soccorritori lo hanno portato in ospedale, dove ha ricevuto una flebo. Stéphane Ravacley è tornato a casa intorno alle 15 e si riposa «ma lo sciopero della fame continua finché non mi diranno che quel ragazzo può restare». L’impegno di Stéphane Ravacley ha ispirato uno slancio di solidarietà, molti cittadini di Besançon da giorni vanno nella sua panetteria per firmare la petizione al presidente Emmanuel Macron, e l’appello online ieri sera ha superato le 220 mila firme. «Quella di Stéphane Ravacley è la storia di un uomo senza parrocchia politica che ha deciso di combattere l’ingiustizia, fino in fondo. Certi casi individuali diventano simboli che definiscono quel che siamo e quel che vogliamo essere», si legge in un altro appello a Macron firmato da molte personalità tra le quali l’attore Omar Sy, la scrittrice Leila Slimani e il deputato europeo Raphaël Glucksmann.

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