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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.01.2021 Accordo tra Arabia e Qatar, quali conseguenze per Israele?
Cronaca di Guido Olimpio, un pessimo titolo del Foglio

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 gennaio 2021
Pagina: 17
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Qatar e Arabia Saudita, la pace del deserto dopo tre anni di liti»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/01/2021, a pag.17 con il titolo "Qatar e Arabia Saudita, la pace del deserto dopo tre anni di liti" il commento di Guido Olimpio.

Il Foglio titola "Toh, senza Trump il principe saudita Bin Salman è più docile e fa la pace con il Qatar", dimostrando di non aver abbandonato la linea fanaticamente ostile a Donald Trump. Secondo il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara è merito dell'elezione di Biden se l'erede al trono saudita Mohammed bin Salman ha scelto l'accordo con il Qatar, Paese vicino all'Iran e sponsor della Fratellanza Musulmana e di Hamas. Seguiremo con attenzione le relazioni tra Arabia Saudita e Qatar e le ripercussioni che avranno su Israele e la stabilità in Medio Oriente.

Ecco l'articolo:

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Guido Olimpio

Un accordo con una proiezione internazionale. Un'intesa che mette fine a tre anni di contrasti che vanno ben oltre i confini regionali. L'Arabia Saudita ha abolito l'embargo aereo nei confronti del Qatar, mossa seguita anche da Bahrein, Egitto ed Emirati, che si sono accodati per scelta e perché non avevano molte alternative. Svolta cementata dal vertice ad AI Ula, località a nord di Medina, dove si è riunito il Consiglio del Golfo ed è arrivato anche l'emiro qatarino Tamim bin Hamad al Thani. A riceverlo Mohammed bin Salman, il figlio del re e erede al trono, ma soprattutto regista ambizioso (e impetuoso) nel regno. Grandi saluti, sorrisi dietro le mascherine e ritorno delle relazioni diplomatiche piene. Clima diverso da quanto avvenne nel 2017. Allora Riad e i suoi alleati lanciarono un ultimatum in 13 punti ai rivali. Chiedevano la chiusura dell'emittente al Jazeera, la fine del supporto alla Fratellanza musulmana, rapporti minimi con Teheran e molto altro. Doha aveva replicato con un no accettando la sfida del blocco. Scontro innescato da risentimenti personali, ma soprattutto da una competizione politica. I sauditi non perdonavano agli avversari i legami con la Turchia — asse usato in una campagna di influenza in Libia, Somalia e Siria —, non gradivano le relazioni con gli ayatollah, consideravano gli emiri fossero «sponsor del terrorismo». Accusa singolare da parte di chi in passato ha avuto vincoli ben più pericolosi.

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Ma l'Arabia ha accettato di mettere da parte i contrasti nonostante Doha abbia concesso solo la rinuncia alle azioni legali mentre in cambio risparmia la tassa salata che doveva pagare a Teheran per transito dei suoi voli. E Riad vuole presentarsi al nuovo presidente Usa, Joe Biden, con abiti nuovi. Fa un regalo a quello uscente — Trump — che ha mediato insieme al Kuwait ed ha mandato in missione a dicembre il genero Jared Kushner. Punta a compattare ulteriormente la famiglia araba davanti al potere sciita e cerca di tirarsi dietro anche gli Emirati, magari non troppo entusiasti. Sarà interessante vedere anche le reazioni di Ankara e del Cairo, avversari tra loro. Come è interessata l'Italia, grande partner del Qatar e in affari con gli altri. Gli osservatori sono convinti che si sia aperta una nuova stagione ma tanti sono i fronti aperti, da quello libico — il Qatar appoggia Tripoli, I concorrenti stanno con Haftar — a quello iraniano. Siamo nel deserto, e le dune possono modificarsi a seconda del vento, la pace può essere fredda o calda.

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