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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.12.2020 Roald Dahl antisemita, ammirava Hitler e odiò sempre Israele:la protezione della sinistra il suo scudo protettivo
Commento di Paola De Carolis

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 dicembre 2020
Pagina: 19
Autore: Paola De Carolis
Titolo: «Roald Dahl antisemita. Gli eredi dello scrittore ora chiedono scusa»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/12/2020, a pag.19, con il titolo "Roald Dahl antisemita. Gli eredi dello scrittore ora chiedono scusa" il commento di Paola De Carolis.

Che Roald Dahl fosse un fanatico antisemita e odiatore di Israele era risaputo, ma questo non ha impedito che diventasse uno degli autori più venduti in tutto il mondo, Italia compresa, nelle edizioni Salani. Se gli eredi chiedono oggi scusa -perché poi solo gli eredi e non gli editori- la spiegazione è evidente: temono il calo eventuale degli interessi sulle vendite. Ma Dahl ha sempre goduto della protezione della sinistra! E così continuerà! Scommettiamo?

Roald Dahl e la grandezza della semplicità – Articolo21
Roald Dahl

Roald Dahl è stato e continua ad essere uno scrittore amatissimo dai bambini di tutto il mondo. Oltre a libri celebri come «La fabbrica di cioccolato», «Matilde», «Le streghe» e «ll grande gigante gentile», l'autore ha lasciato però dietro di sé dichiarazioni dai toni indubbiamente antisemiti per le quali ora, a trent'anni dalla sua morte, la famiglia si scusa. Con un intervento sul sito web, per altro ben nascosto, gli eredi e la società che gestisce i diritti, la Roald Dahl Story Company, si sono detti «profondamente dispiaciuti per il dolore profondo e comprensibile causato da alcune sue affermazioni». «Si tratta — scrivono — di osservazioni frutto di pregiudizi in netto contrasto con l'uomo che conoscevamo e i valori al centro dei suoi racconti». L'atteggiamento di Dahl nei confronti della comunità ebraica, di Israele e del sionismo erano costati allo scrittore una moneta commemorativa che la Royal Mint, la Zecca reale, bocciò perché Dahl «era associato all'antisemitismo e per questo non considerato un autore di ottima reputazione». Non hanno però intaccato il richiamo dei suoi libri o i proventi delle iniziative cui hanno dato origine, come il recente film «Le Streghe», con Anne Hathaway, una serie di Netflix basata su «La fabbrica del cioccolato» o «James e la pesca gigante» letta a turni da attori come Helen Mirren e Benedict Cumberbatch a favore dei bambini colpiti dal Covid. Nel 2018 le entrate sono state di 23 milioni di sterline, l'83% proveniente dall'estero.

Su Netflix le serie tv tratte dai racconti di Roald Dahl - Moviesource
Alcuni dei personaggi più popolari di Roald Dahl

Le opinioni di Dahl sono difficili da leggere, e non solo per chi amai suoi libri. «C'è un tratto nel carattere ebraico che provoca ostilità», disse al New Statesman nel 1983. «Forse è una mancanza di generosità nei confronti dei non-ebrei. C'è sempre una causa nella nascita di sentimenti contro qualcosa o qualcuno. Anche una carogna come Hitler non se l'è presa con loro senza una ragione». Con un articolo per l'Indepedent, nel 1990, poco prima di morire, tornò sull'argomento. «Sono sicuramente contro Israele. E sono antisemita perché ti trovi ebrei in un Paese come l'Inghilterra che appoggiano il sionismo. Ed è sempre così...Non ci sono editori che non siano ebrei. Controllano gli organi d'informazione...». Incomprensibile, forse, che per le scuse ci siano voluti 30 anni e che sul sito web bisogni cercarle per trovarle: non compaiono infatti appena si apre il sito. Per leggerle occorre cliccare in fondo su «Chi siamo», arrivare alla voce «The Roald Dahl Story Company» e optare di «saperne di più». Un intervento eccessivamente timido, oltre che tardivo, per il Sunday Times, che alla storia ieri ha dedicato un articolo in prima pagina. «E difficile scusarsi per le parole di un nonno adorato, soprattutto quando queste parole hanno fatto male a un'intera comunità», si è giustificata la famiglia.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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