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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.12.2020 Gli arabi palestinesi non conoscono la parola 'elezioni': il caso di Abu Mazen
Commento di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 dicembre 2020
Pagina: 36
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Palestinesi, le elezioni ancora lontane»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/12/2020, a pag.36, con il titolo "Palestinesi, le elezioni ancora lontane" il commento di Davide Frattini.

Davide Frattini segnala l'assenza completa di democrazia nei territori controllati dagli arabi palestinesi. Dopo una serie di articoli colmi di critiche contro il governo israeliano, finalmente un contributo che aiuta a capire il complesso scenario mediorientale.

Ecco l'articolo:

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Davide Frattini

Prigionieri di Arafat – Italia Israele Today
Arafat e Abu Mazen: da una dittatura a vita a un'altra

Davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, lo scorso settembre ha promesso di voler indire le elezioni. Tornato nel palazzo presidenziale a Ramallah, ha dato ordine ai suoi di procedere con gli aspetti tecnici — l'aveva garantito all'Unione Europea che preme — e ha imposto una clausola: i palestinesi residenti a Gerusalemme Est devono poter partecipare. Abu Mazen sa che non è mai successo ed è improbabile che gli israeliani decidano di dare il via libera questa volta. Così con i fatti della burocrazia ha silenziato le parole della diplomazia pronunciate a New York: quello che vale al Palazzo di Vetro non vale al palazzo di marmo dov'è seppellito Yasser Arafat. Il rais gli è succeduto nel 2005 dopo quello che avrebbe dovuto essere il primo voto presidenziale. Non ce ne sono più stati altri. Un anno dopo i palestinesi hanno potuto scegliere i loro parlamentari e hanno vinto gli avversari di Hamas. Da allora basta: nel 2007 i fondamentalisti hanno preso con le armi il controllo della Striscia di Gaza ad Abu Mazen, che si è arroccato in Cisgiordania. Le fazioni restano divise. A 85 anni il leader non è disposto a rischiare un'altra sconfitta alle urne. Il suo lascito storico e il sistema di potere costruito attorno a lui ne uscirebbero barcollanti: il suo Fatah non riesce a mettersi d'accordo per individuare un successore. Meglio aspettare e rinviare quindi. Almeno fino all'insediamento di Joe Biden: i palestinesi prevedono e sperano di poter ritrovare un amico americano dopo i rapporti quasi inesistenti con Donald Trump. Di sicuro il presidente eletto cercherà di riequilibrare l'approccio diplomatico tra israeliani e palestinesi. A giudicare dai consiglieri che si è scelto spingerà anche per il rispetto dei diritti e quelli dei palestinesi sono stati calpestati in quattordici anni senza elezioni.

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