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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.10.2020 Islam politico, il no deciso di Macron: un esempio da imitare
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 ottobre 2020
Pagina: 36
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Islam politico, il no deciso di Macron»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/10/2020, a pag.36, con il titolo "Islam politico, il no deciso di Macron", il commento di Stefano Montefiori.

A destra: Emmanuel Macron

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Stefano Montefiori

Molte volte accusato di minimizzare il problema, di attribuire certi attentati a occasionali problemi psichiatrici, di voler tutelare i cittadini più dal pregiudizio anti-islamico che dalle coltellate islamiste, ieri Emmanuel Macron ha annunciato un piano contro il «separatismo» dalla portata storica. Il progetto di legge che verrà presentato il g dicembre si pone un compito preciso: non una generica lotta ai «comunitarismi», come si diceva finora, ma una battaglia contro l'islam politico che pretende in un primo momento di prendere possesso di alcuni territori e settori «e poi di controllare tutta la società», ha detto il presidente. Macron ha avuto cura di premettere che il nemico non sono affatto i musulmani, francesi a pieno titolo come tutti gli altri. Il nemico è l'islam radicale, categoria per fortuna molto più ristretta, ma anche più ampia dei pochi terroristi e fiancheggiatori che finora venivano indicati come la sola minaccia.

Salvare l'islam di Francia dall'islam politico – Analisi Difesa

Il nemico non è solo il terrorista che accoltella i passanti ma anche l'autista che rifiuta di fare salire sull'autobus pubblico una donna con la gonna a suo giudizio troppo corta, il padre che pretende dal medico un certificato di verginità della figlia in modo da poterla dare in sposa, i genitori che non mandano i figli a scuola ma «in strutture molto semplici, che hanno solo muri e spesso neanche finestre, dalle 8 alle 15, accolti da donne con il velo integrale. E che cosa fanno? Pregano, ecco il loro insegnamento». Quindi Macron annuncia il prossimo divieto della «scuola a domicilio» tranne motivazioni mediche certificate. E per rilanciare il ruolo fondante della scuola della République, dall'anno prossimo tutti i bambini francesi saranno obbligati a entrare in classe a tre anni. Misure coraggiose, senza precedenti, che sfidano il principio costituzionale della «libertà di insegnamento», e che saranno al centro del dibattito per i prossimi mesi.

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lettere@corriere.it

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