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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.09.2020 Svelato il piano dell'Iran per uccidere l'ambasciatrice di Trump
Commento di Guido Olimpio

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 settembre 2020
Pagina: 19
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «Piano dell'Iran per uccidere l'ambasciatrice di Trump»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/09/2020, a pag.19 con il titolo "Piano dell'Iran per uccidere l'ambasciatrice di Trump" il commento di Guido Olimpio.

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Guido Olimpio


Donald Trump

Un piano per assassinare l'ambasciatrice americana in Sudafrica. La possibile vendetta iraniana per lavare con il sangue la morte del generale Soleimani, centrato, a gennaio, dal missile di un drone Usa a Bagdad. Secondo Politico l'intelligence ha raccolto di recente degli elementi sul progetto di attentato contro Lana Marks, diplomatica, imprenditrice e buona amica di Donald Trump. L'ambasciatrice, 66 anni, è stata informata dopo che I servizi hanno ricevuto dati sempre più precisi sulla minaccia. I primi sono emersi in primavera, quando i funzionari hanno captato l'esistenza di un pericolo generico nei confronti della diplomatica. In seguito il dossier si è arricchito di Piano dell'Iran per uccidere l'ambasciatrice di Trump elementi circostanziati e la rete gerarchica ha messo nero su bianco. Un report — precisa Politico —inserito nel cosiddetto Duty to warn, ossia un avviso specifico alla personalità che si ritiene in pericolo. A seguire una segnalazione nel World Intelligence Review (WIRe) della Cia, file al quale hanno accesso vertici politici e anche congressisti. La storia apre una serie di fronti. Il primo riguarda la rappresaglia. I pasdaran avevano già replicato sparando missili contro una base americana in Iraq. Azione circoscritta e mirata interpretata dagli osservatori come la volontà degli ayatollah di non innescare una crisi maggiore. E la Casa Bianca aveva assecondato l'approccio sostenendo che il bombardamento non aveva fatto danni quando, invece, diversi soldati erano rimasti feriti. Al tempo stesso molti non erano convinti che la partita fosse davvero chiusa. Il secondo elemento riguarda l'interesse di Teheran nel riaccendere la battaglia. Da un lato, la perdita del generale ha rappresentato un rovescio grave, quindi ci sta la voglia di reagire. Dall'altro, però, potrebbe trovarsi in una situazione di maggiore isolamento nel caso fosse provato il suo coinvolgimento in un attentato anti-Usa. Tra le due strade c'è il gioco degli apparati: l'Iran non è una realtà compatta, ci possono essere forze che hanno voglia di tempesta.

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