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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.05.2020 Francia: il caso di Laetitia Avia, la deputata antirazzista a fasi alterne
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 maggio 2020
Pagina: 25
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «La deputata anti-odio che odia, Avia imbarazza (ancora) Parigi»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/05/2020, a pag.25, con il titolo "La deputata anti-odio che odia, Avia imbarazza (ancora) Parigi", la cronaca di Stefano Montefiori.

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Stefano Montefiori

La deputata anti-odio che odia, Avia imbarazza (ancora) Parigi ...
Laetitia Avia

Laetitia Avia, deputata della République En Marche, il partito di Macron, ha sempre ripetuto di non tollerare le frasi e gli atteggiamenti razzisti e omofobi. Ha scelto la battaglia contro le discriminazioni come cardine della sua azione politica, tanto che è relatrice della legge contro l’odio online che è stata approvata mercoledì all’Assemblea nazionale. Solo che, nelle stesse ore, un’inchiesta del giornale Mediapart ha riportato le accuse di cinque ex collaboratori: la parlamentare anti-pregiudizi è solita abbandonarsi a commenti razzisti, prepotenze e maltrattamenti verbali, soprattutto nei confronti della sua équipe, prendendosela con i «PD» (spregiativo per omosessuali) o con «il cinese», l’assistente di origine asiatica. È un destino che accompagna non da oggi la figlia di un’ostetrica e di un facchino originari del Togo, nata nella banlieue di Parigi 34 anni fa: nel momento del riconoscimento publico, spunta l’altro volto di Laetitia. Accadde già nel luglio 2017, quando il primo ministro Edouard Philippe fresco di nomina la portò a esempio, davanti all’Assemblea nazionale, dei valori di Macron e del governo: umili origini, ma poi ottimi studi a Sciences Po e una carriera di avvocata d’affari. Laetitia era il perfetto volto nuovo di una Francia da reinventare, un Paese non più pigramente bloccato sulle rendite di posizione ma pronto a tornare dinamico grazie al giovane presidente e a trentenni meritevoli e combattivi come Laetitia. Il giorno dopo il Canard enchaîné pubblicò, però, un articolo intitolato «Una macronista con molto mordente»: la deputata emergente del macronismo era accusata di avere dato un morso alla spalla di un tassista, durante una lite sul pagamento della corsa (lei voleva pagare con la carta, lui proponeva di accompagnarla al bancomat). L’episodio del morso è rimasto anche nella pagina Wikipedia dedicata a Laetitia Avia, che da allora lei cerca di modificare. «La priorità adesso è la mia reputazione online —ha detto agli assistenti — e visto che “il cinese”, nonostante le sue origini, non sembra dotato con i computer, diamo il compito a qualcun altro». Poi ci sono gli insulti omofobi a una ex ministra — «questo è quel che succede quando metti un gay alla comunicazione» —, alle colleghe deputate chiamate «puttane» in privato, e le beffe su chiunque sia a suo giudizio poco attraente. E pensare che Laetitia Avia in passato ha cercato (invano) di fare approvare una legge pure contro la «glottofobia» per impedire gli scherzi sull’accento di chi parla. La donna che prometteva «tolleranza zero contro gli intolleranti» è accusata di bullismo; e a inizio quarantena, la stessa deputata che twittava #RestateACasa cercava con ogni mezzo di fare tornare al lavoro un’assistente, benché la ragazza fosse seriamente malata e all’estero.

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