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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.11.2019 Siria: i crimini dei terroristi contro i kurdi abbandonati dall'Occidente
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 novembre 2019
Pagina: 28
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Impossibile tacere sui crimini anti-curdi delle milizie siriane»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/11/2019, a pag.28 con il titolo "Impossibile tacere sui crimini anti-curdi delle milizie siriane" il commento di Lorenzo Cremonesi.
Impossibile? L'Europa tace, come i governi dei paesi che ne fanno parte.

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Lorenzo Cremonesi

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Peshmerga kurdi

Sino a che punto la Nato e la comunità internazionale sono disposte a tollerare che uno Stato importante come la Turchia utilizzi individui e gruppi armati sospettati di commettere sistematicamente crimini di guerra? Guardare per credere. Sono gli stessi uomini delle milizie siriane, che dall’attacco del 9 ottobre sono utilizzate come teste di ponte dell’esercito turco contro i curdi in Siria, a diffondere via smartphone le loro efferatezze. Alcuni video riprendono il cadavere della giovane Amara Renas preso a calci. Con slogan che ricordano quelli di Isis, i jihadisti deridono il povero corpo, parlano di «puttana curda», inneggiano alla guerra santa in nome di Allah. È in effetti dal brutale assassinio dell’attivista curda Hevrin Khalaf, il 12 ottobre, che gli abusi delle milizie jihadiste sono all’ordine del giorno. I centri d’informazione curdi diffondono i video dell’odio da parte dei loro persecutori. Vi sono le immagini dettagliate di attacchi contro civili, ambulanze, centri medici. Alcuni giorni fa erano rilanciate quelle di un’altra combattente ferita alle gambe e umiliata. Abbondano i comunicati jihadisti nelle moschee, gli appelli alla lotta contro gli «infedeli», le minacce. A onore del vero, va anche ricordato che questa stessa soldataglia fanatica è stata a sua volta vittima della durissima repressione voluta dal regime di Damasco, e garantita dalla sua alleanza con Mosca e Teheran, contro tutti gli oppositori a partire dallo scoppio delle rivolte nel 2011. Ciò non giustifica però questi crimini protetti dallo stesso presidente turco Erdogan. L’Onu avvisa Ankara che potrebbe essere considerata responsabile. Ma sembra ancora troppo poco e l’Europa perché tace?

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