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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.11.2019 La UE non sia più un nemico, poi Israele valuterà se aderire
Davide Frattini riprende una vecchia, insensata proposta

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 novembre 2019
Pagina: 12
Autore: Davide Frattini
Titolo: «La linea italiana: Avvicinare Israele all'Ue»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/11/2019, a pag.12, con il titolo "La linea italiana: Avvicinare Israele all'Ue" il commento di Davide Frattini da Gerusalemme.


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Nel mondo ci sono più di 200 dispute territoriali:
La UE attacca soltanto Israele


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Davide Frattini

Stupisce che il corrispondente del Corriere non citi il motivo per cui Israele non ha interesse a entrare a far parte di una Istituzione- la UE- che da sempre è schierata nelle sue risoluzioni contro lo Stato ebraico. Ci voleva poco, la questione è vecchia, l'iniziativa del governo italiano rivela, se ce n'era bisogno, l'ignoranza dei suoi ministri -in questo caso Amendola- che parla a vanvera. A dire il vero, la stessa proposta era stata ripresa ieri sul Foglio dal direttore Cerasa, che ignorante non è, convinto di aderire in favore di Israele. Adesso ci casca anche Frattini! Per rinfrescarsi la memoria sui comportamenti anti-Israele della UE leggere il commento di Fiamma Nirenstein oggi su IC nella sua versione integrale, per capire perchè è la UE che deve riformarsi, per poter ospitare fra i paesi aderenti Israele.

Ecco l'articolo:


«Avvicinare Israele all'Europa». Enzo Amendola sembra voler impegnare il governo italiano nella campagna per convincere l'Ue ad allargare e integrare le relazioni con lo Stato ebraico: «Dal 2o05 c'è un accordo di associazione su commercio, ricerca e scambi economici. Non basta più», dice al Foglio il ministro per gli Affari Europei. Il quotidiano ha rilanciato poche settimane fa una battaglia di Marco Pannella e dei radicali: «Portare Israele in Europa» come risposta all'antisemitismo. L'appello arriva in un momento in cui i rapporti tra la maggior parte dei Paesi europei e Benjamin Netanyahu, ancora premier in questa fase di transizione, sono ai minimi. Fra una decina di giorni la Corte di giustizia in Lussemburgo deve decidere se rendere obbligatoria l'etichetta per specificare che alcuni prodotti distribuiti come «made in Israel» vengono dalle colonie in Cisgiordania. Il premier ha cercato di dividere il fronte europeo — che considera ostile — costruendo un'alleanza col gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia). Le relazioni tra Israele ed Europa potrebbero migliorare attraverso il gas naturale: l'Ue spera di poter diversificare le fonti di energia — e ridurre la dipendenza dalla Russia — grazie al giacimento Leviatano, al largo di Haifa. Nei tubi sottomarini dovrà passare anche una fase diversa delle intese politiche. E il nuovo governo deve chiarire che ruolo avrà l'Italia nel progetto.

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lettere@corriere.it

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