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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.06.2019 Francia: la sfida della laicità
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 giugno 2019
Pagina: 17
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Francia, la battaglia anti burkini 'tutti nudi contro l'islamismo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/06/2019 a pag.17, con il titolo " Francia, la battaglia anti burkini 'tutti nudi contro l'islamismo " il commento di Stefano Montefiori

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Stefano Montefiori

Sempre molto attento ai risvolti politici della cronaca, Stefano Montefiori riporta la battaglia per la laicità che si sta giocando in Francia

Il collettivo del burkini contro Il gruppo «tutti nudi». Domani in una piscina di Grenoble, complice l'afa record, si combatterà in modo semiserio una battaglia in realtà importante, che coinvolge il diritto individuale di alcune donne che vogliono vestirsi come credono e l'esigenza dello Stato di creare e garantire uno spazio pubblico comune a tutti, libero dalle imposizioni religiose. La questione del burkini è scoppiata in Francia nell'estate del 2016, dopo la strage del terrorista islamista che la sera del 14 luglio, festa nazionale, lanciò un Tir sulla folla della promenade des Anglais uccidendo 86 persone, tra le quali molti bambini. Pochi giorni dopo, alcune donne musulmane si presentarono nelle spiagge di Nizza, Cannes e altrove in Francia indossando il burkini, un costume da bagno che copre tutto il corpo tranne il volto e risponde quindi ai canoni di pudore di alcune frange radicali dell'islam europeo. II premier Manuel Valls denunciò un «gesto di provocazione dell'islamismo politico», ma il Consiglio di Stato bocciò le ordinanze di tanti sindaci che avevano proibito il burkini per motivi di ordine pubblico. Molti comuni non si sono conformati a quella sentenza, ma del burkini non si è quasi più sentito parlare finche nel maggio scorso l'«Alleanza dei cittadini», un'associazione di Grenoble, ha organizzato un'uscita in piscina con le donne festanti coperte dal burkini, e ha tenuto a diffondere il video sui social media. Il sinçiaco ecologista di Grenoble, Eric Piolle, ha fatto finta di nulla per qualche settimana, poi ha ricordato che il regolamento interno della piscina per motivi di igiene non consente costumi da bagno diversi da quelli abituali. Domenica scorsa le donne in burkini sono state per la prima volta multate (35 euro), e due giorni dopo i dipendenti della piscina si sono rifiutati di lavorare e l'impianto è rimasto chiuso perché non solo c'erano le ragazze in burkini, ma pure un uomo che per protesta voleva fare il bagno in bermuda (proibiti anche loro). «Non si tratta di innocue mamme musulmane che muoiono di caldo e vorrebbero fare un tuffo», dice Amine El-Khatmi, presidente dell'associazione Printemps Républicain che si batte perla difesa della laicità. «Sono militanti politiche che mettono alla prova le autorità: se ottengono di entrare in piscina con il burkini, poi pretenderanno di avere orari riservati a loro per non condividere la stessa acqua con gli uomini, e così via». Accompagnate da alcuni uomini e da altre ragazze in costume invece regolamentare, le donne in burkini di Grenoble si definiscono le «nuove Rosa Parks» (l'afro-americana che nel 1955 in Alabama rifiutò di lasciare il posto a un bianco sull'autobus). In difesa della laicità e dei valori della République domani ci saranno esponenti politici di destra e di sinistra, «tutti nudi contro l'islamismo».

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