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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.05.2019 Iran: ecco i numeri del sostegno al terrorismo in tutto il Medio Oriente
Ma il titolo dell'articolo di Danilo Taino è fuorviante

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 maggio 2019
Pagina: 31
Autore: Danilo Taino
Titolo: «Cattiva soluzione una guerra all’Iran - Iran, arrestata per aver cantato in pubblico»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/05/2019, a pag. 31, con il titolo "Cattiva soluzione una guerra all’Iran", il commento di Danilo Taino; a pag. 12, la breve "Iran, arrestata per aver cantato in pubblico".

L'articolo di Danilo Taino contiere cifre che permettono di capire la strategia aggressiva dell'Iran in tutto il Medio Oriente. Il titolo del pezzo è però sbagliato: proprio perché l'Iran investe miliardi di dollari per preparare e armare milizie terroriste dallo Yemen al Libano all'Afghanistan, è necessario contrastare con ogni mezzo - inclusi quelli militari - il regime degli ayatollah.

Ecco gli articoli:

Danilo Taino: "Cattiva soluzione una guerra all’Iran"

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Danilo Taino

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L'Iran influenza largamente l'Iraq, arma milizie sciite al suo interno
e finanzia le organizzazioni terroriste contro Israele

Mentre la tensione tra Stati Uniti e Iran sale e fa temere scontri militari, il Soufan Center ha pubblicato uno studio interessante sulla strategia di politica estera di Teheran. Conclude che un conflitto armato non solo è evitabile ma ha alternative migliori anche dal punto di vista di Washington. Il Soufan Center è un centro di studi di New York fondato da Ali Soufan, l’ex funzionario dell’Fbi diventato famoso come colui che avrebbe potuto evitare gli attentati dell’11 settembre 2001 se la Cia avesse collaborato. L’analisi — fatta circolare anche da Statista.com — stima i finanziamenti annui iraniani a Paesi e a movimenti mediorientali. Si tratta di sei miliardi di dollari al regime siriano (cifra dell’ufficio dell’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura); tra cento milioni e un miliardo per le milizie irachene; 700 milioni al Libano, in gran parte a Hezbollah (fonte Dipartimento del Tesoro Usa); più di cento milioni annui nello Yemen a sostegno degli Houthi; cento milioni nei Territori Palestinesi (Hamas, Jihad Islamica Palestinese e Pflp-Gc, secondo il Dipartimento di Stato Usa); in passato alcuni milioni all’ex presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai. Secondo l’analisi del Soufan Center, l’Iran ha sviluppato una strategia regionale che non è banalmente il sostegno al terrorismo ma la creazione di una rete militare, politica e di soft-power tesa a garantire la sicurezza del Paese attraverso un’influenza sui vicini. Gli ayatollah hanno creato alleati e hanno dato alle Guardie Rivoluzionarie Islamiche-Forza Qods il potere di costruire movimenti militari e politici pro iraniani via via sempre più forti e influenti: Hezbollah in Libano è la realizzazione più completa del programma. Alcuni gruppi militanti sostenuti da Teheran sono, oltre a Hezbollah (25-30 mila combattenti), Houthi (centomila), Kata’ib Hezbollah in Iraq (15-20 mila), Organizzazione Badr in Iraq (15-20 mila), Hamas a Gaza (cinquemila), la Forza di Difesa Popolare in Sudan (numerose migliaia) e parecchie altre. L’obiettivo iraniano — conclude la ricerca — è quello di costruire una rete che le consenta di evitare lo scontro aperto con Washington. Per questo, la migliore strategia per gli Stati Uniti sarebbe quella di usare molta diplomazia, politiche di antiterrorismo e di limitazione del soft-power di Teheran nella regione.

"Iran, arrestata per aver cantato in pubblico"

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L'unico modello femminile che piace agli ayatollah

Una donna è stata arrestata in provincia di Isfahan, in Iran, per aver cantato a un raduno di turisti nel sito storico di Abyaneh, dopo che un video che la ritraeva è stato diffuso e condiviso sui social. L’accusa a Negar Moazemi è di «comportamento irrispettoso verso i costumi religiosi» dell’Islam. Dal 1979 cantare in pubblico è vietato alle donne, ma sui social non è la prima volta che il divieto viene violato.

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