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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.05.2019 Turchia, questa è una mossa da dittatore: nuove elezioni a Istanbul per cancellare la vittoria dell'opposizione a Erdogan
Cronaca di Monica Ricci Sargentini

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 maggio 2019
Pagina: 15
Autore: Monica Ricci Sargentini
Titolo: «A Istanbul si rivota per il sindaco. I rivali di Erdogan: è una dittatura»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 07/05/2019, a pag.15, con il titolo "A Istanbul si rivota per il sindaco. I rivali di Erdogan: è una dittatura", il commento di Monica Ricci Sargentini.

La morsa della dittatura islamista di Erdogan stringe sempre di più la Turchia. L'annullamento del risultato del voto che aveva premiato l'opposizione a Istanbul è un chiaro segno dell'oppressione.

Ecco l'articolo:

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Monica Ricci Sargentini

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Il sultano Erdogan

«Chi vince Istanbul vince tutto» aveva affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante la campagna elettorale per le amministrative lo scorso marzo. E il fatto che le opposizioni fossero riuscite, anche se di stretta misura, a conquistare il governo della capitale economica della Turchia dopo un quarto di secolo di dominio del partito filoislamico, non era andato giù al Sultano che da Istanbul aveva mosso i primi passi della sua carriera politica. Così il partito Giustizia e sviluppo (Akp) e gli alleati nazionalisti dell’Mhp avevano presentato ricorso contestando la vittoria del candidato del Partito repubblicano del popolo (Chp) Ekrem Imamoglu che aveva prevalso di soli 13.729 voti. Ieri, a sorpresa, il Consiglio supremo delle elezioni della Turchia (Ysk) ha dato loro ragione e ha ordinato la ripetizione delle votazioni il prossimo 23 giugno, dopo le festività che concludono il mese del Ramadan. La decisione è stata contrastata, sebbene sia inappellabile: 7 voti a favore a 4 contro il ritorno alle urne.

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Ekrem Imamoglu

La mossa è stata prudentemente ufficializzata dopo la chiusura delle Borse ma ha subito allarmato i mercati, con pesanti perdite per la lira turca. Lo spoglio del 31 marzo, dopo un testa a testa durato tutta la notte, aveva determinato la sconfitta del candidato Akp Binali Yildirim, ex premier e fedelissimo di Erdogan. Imamoglu, fino a pochi mesi fa sconosciuto al grande pubblico, si era insediato ufficialmente lo scorso 17 aprile, a ben 17 giorni dal voto, dopo un lunghissimo ed estenuante riconteggio parziale delle schede. Ora l’opposizione si sente derubata della sua vittoria più eclatante. I socialdemocratici del Chp, ieri, hanno riunito i loro vertici per discutere il da farsi e terranno oggi una conferenza stampa. «Vincere contro l’Akp è illegale» ha dichiarato a caldo su Twitter il vice presidente Onursal Adiguzel. «Un sistema che rovescia la volontà popolare e non rispetta la legge non è né democratico né legittimo. Questa è semplicemente una dittatura» ha aggiunto. Il sindaco, invece, non ha perso la sua proverbiale calma e si è limitato a dire in una diretta social: «Non perdiamo la speranza. Se restiamo uniti tutto andrà per il meglio». Non è la prima volta che l’Ysk viene accusato di parzialità. Nell’aprile del 2017, all’indomani del referendum costituzionale vinto per un soffio da Erdogan, le opposizioni avevano presentato ricorso al Consiglio Supremo per irregolarità, ma gli alti magistrati confermarono la validità del voto, cioè la vittoria dei sì con il 51,41% contro il 48,59% dei no. In particolare aveva fatto discutere la decisione di ritenere valide anche i 2,5 milioni di schede senza il timbro ufficiale stampato. Una decisione criticata anche dall’Osce che parlò di rimozione di «un’importante salvaguardia e di una garanzia contro le frodi». Ora la storia si ripete.

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