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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.05.2019 Torino: insulti in corteo alla polizia, licenziata. Una sentenza modello
Cronaca di Giovanni Falconieri, Chiara Sandrucci

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 maggio 2019
Pagina: 21
Autore: Giovanni Falconieri, Chiara Sandrucci
Titolo: «Insultò la polizia, non tornerà a insegnare»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/05/2019, a pag. 21, con il titolo "Insultò la polizia, non tornerà a insegnare", la cronaca di Giovanni Falconieri, Chiara Sandrucci.

Quella di oggi è una sentenza che rincuora, ci auguriamo che possa servire da esempio anche per il futuro. A partire da oggi, 1° maggio, giorno in cui di cortei - e probabilmente anche di insulti contro istituzioni e polizia - è pieno in tutta Italia. La cronaca riporta 'insulti', ma l'aggressione verbale della fanatica ex insegnate conteneva parole che andavano al di là dell'insulto.

Ecco la cronaca:

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Lavinia Flavia Cassaro

Torino Era stata licenziata per aver offeso la polizia durante un corteo di protesta contro CasaPound, organizzato a Torino dai centri sociali. Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante di scuola primaria che augurò la morte agli agenti, ha perso la sua battaglia contro l’Ufficio scolastico del Piemonte che le aveva tolto la cattedra a causa della «grave condotta» tenuta in occasione della manifestazione del 22 febbraio 2018. Il Tribunale ha confermato il suo licenziamento, spiegando che si è docenti anche fuori dalle aule. Gli insegnanti, si legge nelle motivazioni del giudice Mauro Mollo, «hanno compiti non solo legati all’istruzione dei bambini e dei ragazzi, ma anche educativi». E nel caso della docente licenziata, è evidente «il contrasto tra le finalità educative e il ruolo dell’insegnante e l’atteggiamento incontrollato e offensivo nei confronti delle forze dell’ordine». Cassaro, 38 anni, indagata per oltraggio a pubblico ufficiale, era stata ripresa dalle telecamere mentre urlava «vigliacchi, mi fate schifo, dovete morire» in direzione della polizia. «Lavoravo come insegnante da dodici anni e da due ero di ruolo», ha commentato ieri dopo la sentenza. «Ora ho perso il posto, sarò costretta a pagare le spese legali e non avrò la disoccupazione. Pensavo di vivere in uno Stato di diritto, non me l’aspettavo. Non nego l’oltraggio alle forze dell’ordine — ha aggiunto —, ma non capisco cosa c’entri il licenziamento. Farò appello». Per il Tribunale, il suo comportamento fu molto grave. Per i docenti di scuola primaria, infatti, «i compiti educativi sono ancora più marcati rispetto ai colleghi degli altri gradi scolastici: hanno a che fare con bambini che non hanno sviluppato un senso critico e sono quindi portati ad “assorbire” tutto ciò che viene trasmesso loro». Anche se tenuti «al di fuori delle mansioni di lavoro», gli atteggiamenti di Cassaro vanno giudicati «in grave contrasto con i doveri educativi del docente di scuola primaria. Un comportamento che violi le regole di civile convivenza e diffonda un senso di disprezzo per lo Stato — ha concluso il giudice — è ancora più grave se tenuto dalla persona che dovrebbe essere modello di comportamento». Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti: «Tolleranza zero verso qualsiasi atto di violenza ai danni di chi porta una divisa».

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