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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.04.2019 Turchia: in arrivo una nuova offensiva contro i kurdi?
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 aprile 2019
Pagina: 28
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «I kurdi temono una nuova aggressività della Turchia»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/04/2019, a pag.28 con il titolo "I kurdi temono una nuova aggressività della Turchia" il commento di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

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Peshmerga kurdi

E se adesso il nemico ferito diventasse più aggressivo? Ancora non sono finiti i rastrellamenti tra le macerie dell’ultima roccaforte Isis lungo la valle dell’Eufrate nel villaggio di Baghouz e già i comandi dell’enclave autonoma curda nel nord-est della Siria spostano truppe e munizioni verso i confini con la minaccia di sempre: la Turchia di Recep Tayyp Erdogan. Dunque rinforzano le posizioni attorno Kobane e concentrano l’attenzione sulle regioni contese di Manbij, dove si sono attestati i loro contingenti dopo essere stati battuti con gravi perdite pochi mesi fa dall’offensiva dell’esercito turco assieme alle milizie siriane sunnite sue alleate nella ridotta di Afrin. A rendere il ridispiegamento ancora più rapido è una considerazione che rimbalza dagli uffici politici di Rojawa (come si definisce la zona di autogoverno curdo) ai capi militari sul terreno: Erdogan ha subito una sconfitta elettorale nel suo Paese e adesso per distogliere l’attenzione e cercare consensi tra le fasce nazionaliste potrebbe rilanciare l’opzione militare contro i curdi. Tutto sommato non sarebbe la prima volta che un leader del suo rango individua nel «nemico esterno» una valvola di sfogo e lo strumento per tornare sulla cresta dell’onda. Così, le elezioni municipali turche s’impongono con forza all’ordine del giorno dei dirigenti di Rojawa. E’ evidente che il loro insistere sulla promessa americana, assieme a inglesi e francesi, di volere lasciare al loro fianco circa 1.400 soldati scelti serve, non tanto come deterrente contro le truppe di Assad, quanto piuttosto da barriera di fronte alle mire egemoniche di Erdogan. «E’ stata la diplomazia di Ankara a convincere i russi a bloccare i nostri tentativi di negoziato diretto con il governo di Damasco», ripetono gli alti responsabili della politica estera curda. Per loro si apre ora una nuova sfida: non essere dimenticati dagli alleati di ieri per sopravvivere.

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