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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.04.2019 Ritratto di Ekrem Imamoglu, nuovo sindaco di Istanbul anti-Erdogan
Commento di Monica Ricci Sargentini

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 aprile 2019
Pagina: 14
Autore: Monica Ricci Sargentini
Titolo: «Il sindaco gentile 'prende' Istanbul. E l’opposizione trova un leader»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/04/2019, a pag.14, con il titolo "Il sindaco gentile 'prende' Istanbul. E l’opposizione trova un leader", il commento di Monica Ricci Sargentini.

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Il sultano Erdogan

La prima cosa che ha fatto Ekrem Imamoglu è stata andare sul suo profilo Twitter per scriverci «sindaco di Istanbul». Un’assunzione di ruolo di chi non teme che il riconteggio delle schede ottenuto dall’Akp nei quartieri di Cekmekoy, Beykoz e Fatih possa intaccare il vantaggio di 25mila voti grazie al quale il candidato dell’Alleanza per la Nazione ha battuto l’ex premier Binali Yildirim. «Il partito di governo si comporta come un bambino cui è stato tolto un giocattolo, abbia la dignità di riconoscere la nostra vittoria», ha detto mentre si recava a visitare il mausoleo dedicato al fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal Atatürk, ad Ankara. Un gesto simbolico che ha sempre compiuto anche Erdogan dopo ogni vittoria elettorale. E questo la dice lunga sulle ambizioni di Imamoglu. Perché quest’uomo dall’aria tranquilla, fino a ieri quasi sconosciuto, è diventato la speranza dell’altra Turchia e lui si cala nella parte: «Quando comparo il curriculum di Erdogan al mio, penso di avere a disposizione armi migliori per servire la città».

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Ekrem Imamoglu

Nato a Trebisonda, sul Mar Nero, nel 1970, da una famiglia conservatrice, Imamoglu ha lavorato nell’impresa edile di famiglia e poi si è messo a fare politica nelle file del Chp. Nel 2014 è diventato sindaco di Beylikduzu, municipalità alla periferia europea della megalopoli sul Bosforo. Con Erdogan ha in comune la passione per il calcio, che ha praticato a livello dilettantesco, e null’altro. Ma, come il Sultano, è convinto che Istanbul possa essere trampolino di lancio. È proprio dall’antica capitale ottomana che il presidente turco ha costruito il suo impero, allacciando relazioni e dando lavoro a chi si schierava con lui. Il neo sindaco non vuole seguire i suoi metodi, parla di una città giusta dove gli investitori potranno venire in tutta sicurezza e che può essere «il punto di partenza per la trasformazione democratica della Turchia». Molti pensano che proprio lui possa essere l’uomo del riscatto delle opposizioni, demoralizzate fino da anni e anni di sconfitte, ridotte quasi al silenzio dopo il golpe fallito del 2016 e le purghe che ne sono seguite, con 100mila persone in carcere e 150mila licenziate. Le opposizioni avevano riposto la stessa speranza in Muharrem Ince, che la scorsa estate aveva sfidato Erdogan alle presidenziali e aveva perso, malamente. Ma lui era leader divisivo dai toni accesi che scendeva in piazza sventolando cipolle e melanzane per ricordare il carovita. Imamoglu, invece, predica l’inclusione, l’apertura verso tutti, laici e credenti. All’indomani della strage in Nuova Zelanda ha recitato dei versetti del Corano nella grande moschea di Eytio Sultan, sul Corno d’Oro. Il video della preghiera è stato diffuso dalla sua squadra sui social network per mostrare all’elettorato che la fede religiosa non è appannaggio solo dei conservatori dell’Akp. I suoi avversari hanno provato a demolirlo. Lo hanno dipinto come «un capitalista senza vergogna che si vuole riempire le tasche diventando sindaco». Lui non ha mai replicato ai colpi bassi. «Per tutta la vita ho rispettato le scelte degli altri, mi aspetto che siano rispettate anche le mie». La moderazione, però, non deve essere presa come una debolezza: «Sono pacato ma so essere testardo», avvisa. E lo ha dimostrato nella notte elettorale quando l’agenzia di Stato Anadolu continuava a diffondere dati che davano in vantaggio l’ex premier Yildirim. «La nostra vittoria è chiara — ha detto alla commissione elettorale —. Vi invito a lavorare più seriamente e a diffondere i dati».

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