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Corriere della Sera Rassegna Stampa
28.03.2019 La storia di Michel Bacos, uno degli eroi di Entebbe
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 28 marzo 2019
Pagina: 21
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Bacos, comandante eroe che rifiutò di abbandonare i passeggeri ebrei ai terroristi di Entebbe»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 28/03/2019, a pag.21 con il titolo "Bacos, comandante eroe  che rifiutò di abbandonare i passeggeri ebrei ai terroristi di Entebbe" il commento di Stefano Montefiori.

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Stefano Montefiori

«Per tutto il volo ho avuto la pistola puntata alla testa. Se provavo a voltarmi, il terrorista mi faceva sentire la canna fredda sul collo». Michel Bacos era il pilota e comandante del volo Air France da Tel Aviv a Parigi che il 27 giugno 1976 venne dirottato da terroristi tedeschi e palestinesi. Arrivati a Entebbe, in Uganda, i terroristi decisero di separare gli ebrei dai non ebrei per liberare questi ultimi. Il comandante Bacos si rifiutò di lasciare i passeggeri tenuti ancora come ostaggi e rimase con loro fino all’ultimo. Michel Bacos è morto a 95 anni nella sua casa di Nizza, dove aveva vissuto a lungo con la moglie, e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu lo ha ricordato come «il comandante eroe». «Non ha abbandonato i passeggeri ebrei e israeliani anche se i dirottatori gli avevano offerto questa possibilità. È rimasto con loro e ha condiviso tutte le loro sofferenze, fino a quando i soldati israeliani sotto il comando di mio fratello Yoni riuscirono a liberarli».

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Al centro, Michel Bacos

Yoni Netanyahu, fratello maggiore del premier, fu l’unico soldato d’élite israeliano a morire durante il blitz. In suo onore l’operazione, che in origine si chiamava Thunderbolt (tuono), venne ribattezzata Operazione Jonathan. Netanyahu L’omaggio del premier israeliano, che nel blitz per liberare gli ostaggi perse il fratello «Durante la prigionia a Entebbe a un certo punto i terroristi ci annunciarono che una parte dei passeggeri sarebbe stata liberata», ha raccontato tre anni fa il comandante a Nice Matin. «Io dissi ai miei che il nostro dovere era di restare. Furono tutti d’accordo, senza eccezioni. Fa parte delle tradizioni: l’equipaggio non abbandona i passeggeri, fine della discussione». Ieri il sindaco di Nizza Christian Estrosi ha reso omaggio al comandante: «Michel ha avuto il coraggio di non cedere all’antisemitismo e alla barbarie, ha fatto onore alla Francia». In un’altra delle sue rare interviste, a Lph Info, Michel Bacos ha parlato anni fa di quel che ha provato quando ha visto i terroristi che separavano gli ebrei dagli altri: «I passeggeri ebrei erano abbattuti, e li capisco. Quel che stava accadendo era molto inquietante. Durante la guerra ho combattuto agli ordini del generale De Gaulle, contro i nazisti. Il genocidio è un orrore che nessuno di noi ha dimenticato». Il volo Air France partito da Tel Aviv come previsto aveva fatto scalo ad Atene per prendere altri passeggeri, compresi due tedeschi e due palestinesi.

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La squadra israeliana che liberò gli ostaggi a Entebbe

Tra loro c’era Wilfried Böse, terrorista della Rote Armee Fraktion e braccio destro del terrorista Carlos. I ricordi del pilota «Ho combattuto contro i nazisti, il genocidio è un orrore che nessuno di noi ha dimenticato» «Nella cabina di pilotaggio sentiamo qualcuno gridare, chiedo all’ingegnere meccanico, Jacques Lemoine, di andare a vedere. Lui si trova davanti un uomo con una pistola in una mano e una granata nell’altra». Böse lo getta a terra e gli mette una pistola sulla tempia. «Con il copilota Daniel Lom abbiamo alzato le mani e supplicato “No please, no please”. Sono passati due minuti interminabili». L’ingegnere fu risparmiato e Böse prese il microfono per annunciare: «Sono il vostro nuovo comandante, l’aereo ora si chiama Haïfa». L’Airbus venne fatto posare a Bengasi, in Libia, poi ripartì alla volta di Entebbe, in Uganda, governata dal dittatore Idi Amin Dada. Il raid di Entebbe, condotto da un centinaio di soldati israeliani del reparto d’élite Sayeret Matkal, è passato alla storia. Rimanevano da liberare 106 ostaggi (i passeggeri con passaporto israeliano o cognome ebraico, e l’equipaggio). Tre ostaggi, Jean-Jacques Mimouni, Pasco Cohen e Ida Borochovitch, rimasero uccisi durante il blitz; una donna di 73 anni ricoverata in ospedale, Dora Bloch, venne uccisa, subito dopo, per rappresaglia. Jonathan Netanyahu perse la vita, come pure una ventina di soldati ugandesi e i sette terroristi. Centodue ostaggi su 106 ritrovarono la libertà. Michel Bacos ha ricevuto la Legion d’Onore ma ha sempre rifiutato di essere chiamato eroe. «Gli eroi sono quelli che hanno rischiato la vita per liberarci».

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