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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.03.2019 Salviamo Nasrin Sotoudeh! la battaglia per i diritti umani in Iran
Commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 marzo 2019
Pagina: 31
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «Per la libertà di Nasrin Sotoudeh»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/03/2019 a pag.31 con il titolo "Per la libertà di Nasrin Sotoudeh" il commento di Pierluigi Battista.

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Pierluigi Battista

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Nasrin Sotoudeh

Sarebbe bello, ma non accadrà, che le nostre piazze si riempissero di giovani in protesta contro la sentenza infame che a Teheran ha condannato Nasrin Sotoudeh a 38 (trentotto!) anni di galera e a 148 (centoquarantotto!) frustate. La colpa: aver difeso in tribunale la ragazza che aveva avuto il coraggio di togliersi in pubblico il hijab, il velo che obbligatoriamente deve coprire il capo delle donne e che nella sua obbligatorietà (al contrario della, eventuale, libera scelta di indossarlo) rappresenta un simbolo di oppressione di subalternità del genere femminile. Sarebbe bello che l’opinione pubblica mondiale si mobilitasse contro questa mostruosità, ma non accadrà, prigionieri come siamo della nostra ipocrisia, del nostro terrore di metterci contro uno Stato liberticida ma potente come l’Iran con il quale siamo pronti a stringere qualsiasi accordo, dal nostro doppio standard morale: iper-indignato oppure indifferente, a seconda delle circostanze, delle opportunità, delle convenienze, dei rischi eventuali. Sarebbe bello almeno che si rispondesse numerosi alla petizione di Amnesty International per la liberazione di Nasrin Sotoudeh o all’appello promosso dai Radicali. Sarebbe bello almeno informarsi sulle battaglie di un avvocato come la Sotoudeh, da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani, collaboratrice del Premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, Premio Sacharov nel Parlamento europeo del 2012. Di lei si ricorda una parte nel film girato in clandestinità di Jafir Panahi, «Taxi Teheran» e che vinse l’Orso d’oro al Festival di Berlino. E infatti la Berlinale ha chiesto la liberazione di Nasrin Sotoudeh. Sarebbe bello se questa battaglia per i diritti civili e per i diritti umani fosse condivisa dall’opinione pubblica mondiale, perché dei governi non ci possiamo fidare e nemmeno di un organismo screditato come l’Onu, silente di fronte all’idea di una donna coraggiosa che deve subire la condanna di 148 frustate. E che non fossero lasciate sole le donne impegnate nella battaglia di cui scrive Viviana Mazza in un libro appena pubblicato dall’editore Solferino con il titolo «Le ragazze di via Rivoluzione». Una rivoluzione giusta e pacifica, necessaria e urgente. Almeno una firma con Amnesty International non dovrebbe costare molta fatica. Se la vita di Nasrin Sotoudeh conta qualcosa per noi.

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