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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.02.2019 Bilal Hassani, il cantante francese gay di origine marocchina: dall'odio contro Israele al viaggio a Tel Aviv per Eurovision
Commento di Stefano Montefiori

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 febbraio 2019
Pagina: 13
Autore: Stefano Montefiori
Titolo: «Bilal, il cantante odiato da troppi: 'Lasciatemi vivere'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/02/2019, a pag.13 con il titolo "Bilal, il cantante odiato da troppi: 'Lasciatemi vivere' " il commento di Stefano Montefiori.

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Stefano Montefiori

«Lasciatemi vivere, lasciatemi tranquillo», chiede Bilal Hassani ai suoi tanti detrattori. È un ragazzo di 19 anni che rappresenterà la Francia alla fase finale del concorso Eurovision, prevista per metà maggio a Tel Aviv, in Israele. Hassani è nato a Parigi in una famiglia marocchina originaria di Casablanca, è omosessuale e tra i suoi modelli c’è Conchita Wurst, la drag queen austriaca che ha vinto l’Eurovision nel 2014. Il suo interesse per le parrucche come parte del costume di scena gli ha attirato l’odio di centinaia di persone che sui social media lo offendono e lo accusano di essere un traditore, un occidentale decadente che ha ripudiato l’islam e la cultura maghrebina di appartenenza. Ce l’hanno con lui anche gli omofobi e pure i razzisti che non lo considerano degno di rappresentare la Francia.

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Bilal Hassani

Da quando Bilal Hassani ha acquisito una certa notorietà il suo passato è stato verificato con attenzione, e come ormai accade di frequente in questi casi sono stati controllati i suoi interventi nei social media. È saltato fuori quindi un video di qualche mese fa nel quale Bilal sembra prendersi gioco delle stragi terroristiche del 2015. «Ma è un video legato alla vittoria della Francia alla Coppa del Mondo — si è difeso ieri in un’intervista al Parisien —. C’era una persona per strada che saltava di gioia ed esultava perché quel periodo tremendo del terrorismo sembrava finito, “attentati di qui, attentati di là, la Francia ha davvero sofferto molto”, diceva. Quelle immagini sono diventate virali, tutti le hanno usate e modificate, e l’ho fatto anche io con i miei amici. Ma certo non esultavo per gli attentati, è una follia». Il senatore della destra Henri Leroy ha scritto una lettera ufficiale alla giuria francese di Eurovision, con in copia Emmanuel Macron e alcuni ministri, per chiedere che Hassani non rappresenti più la Francia in Israele. «Di fronte al dramma che ha colpito il nostro Paese — scrive il senatore Leroy —il comportamento di Bilal Hassani è indegno. Questo individuo è un triste esempio per la nostra gioventù, incita alla banalizzazione del terrorismo». Poi sono spuntati dei tweet del 2014 nei quali Bilal Hassani accusava Israele di crimini contro l’umanità e prendeva le difese dell’ex comico antisemita Dieudonné. «Avevo 14 anni, ero giovane e stupido — si difende ancora Hassani —. Ho lasciato il telefonino a disposizione dei miei amici, se avessi scritto io quelle cose nel frattempo le avrei cancellate». La polemica e le accuse continuano, simili a quelle che un anno fa costarono alla 23enne Mennel Ibtissem l’esclusione dalla trasmissione The Voice e la spinsero a trasferirsi negli Stati Uniti.

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