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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.01.2019 Le parole di Sergio Mattarella su Shoah e caso Lannutti: 'No a falsi storici'
Cronaca di Dino Martirano

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 gennaio 2019
Pagina: 9
Autore: Dino Martirano
Titolo: «Shoah, il monito di Mattarella: 'No a chi ripropone documenti falsi'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/01/2019, a pag. 9, con il titolo "Shoah, il monito di Mattarella: 'No a chi ripropone documenti falsi' ", la cronaca di Dino Martirano.

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Sergio Mattarella

Il contesto, solenne, è quello della cerimonia al Quirinale per la Giornata della Memoria, dedicata quest’anno alle «Donne nella Shoah», in cui il capo dello Stato non esita a definire il campo di sterminio di Auschwitz come «il simbolo del male assoluto». Un male, insiste il presidente della Repubblica, che «alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassi fondi della società e che è pronto a risvegliarsi appena se ne presentino le condizioni...». Nel salone dei corazzieri, Sergio Mattarella parla davanti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai due vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e alle alte cariche dello Stato. E di fronte a loro, e a tutti i vertici delle comunità ebraiche italiane, punta dritto contro chi ripropone «simboli, linguaggi, riferimenti pseudo culturali, di vecchi e screditati falsi documenti, basati su ridicole teorie cospirazionistiche...».

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Elio Lannutti

Il presidente non fa alcun riferimento specifico ma, almeno guardando in filigrana questo passaggio del suo discorso, emerge netto lo sdegno suscitato, non solo tra gli ebrei, dalla sparata del senatore Elio Lannutti (M5S) che appena lunedì scorso ha dissepolto il falso storico dei Protocolli dei Savi di Sion. Sul punto, compreso il falso storico caro ai revisionisti, il presidente Mattarella è categorico: «Questi sono tutti segni del passato che non deve in alcuna forma tornare e richiedono la nostra più ferma e decisa reazione». Il vicepremier Di Maio è lì ad ascoltare in prima fila. Lui ha già preso le distanze dal suo senatore che però è ancora al suo posto. Anche per questo l’Unione delle comunità ebraiche italiane, rappresentata al Quirinale dalla presidente Noemi Di Segni, ha voluto sottolineare l’apprezzamento per il discorso e l’impegno di Mattarella condividendo con la comunità ebraica di Roma la decisione di formalizzare alla Digos, proprio nella giornata di ieri, la denuncia contro il senatore grillino. La platea Il capo dello Stato ha parlato davanti al premier Conte e ai due vice, Di Maio e Salvini L’iniziativa, annunciata dalla presidente degli ebrei romani, Ruth Dureghello, si riferisce appunto al tweet in cui Lannutti rilanciava un articolo che conferiva valore storico ai Protocolli dei Savi di Sion per attaccare il Fondo monetario internazionale. Riccardo Pacifici, ex presidente della comunità ebraica romana, ha scritto sul Foglio di «essere fiducioso che i sostenitori del M5S, anche grazie al loro leader Di Maio, abbiano compreso la gravità di questo fatto...». Però la vice presidente della Camera, Mara Carfagna e la capogruppo di Forza Italia Maria Stella Gelmini insistono sulle dimissioni o quanto meno sullo stesso trattamento riservato dal M5S ai tanti parlamentari, a partire dal comandante De Falco, espulsi per avere espresso voti e opinioni in dissonanza con il Movimento: «Se Di Maio condivide le parole di Mattarella allontani il senatore antisemita dal Parlamento». Al Quirinale — dove erano presenti anche alcuni degli ultimi i sopravvissuti dei lager nazisti: Peppino Gagliardi, Sami Modiano, Selma Modiano, Gilberto Salmoni e Piero Terracina — il capo dello Stato ha denunciato «l’aumento in Italia e nel mondo degli atti di antisemitismo», invitando tutti a «combattere senza remore ogni focolaio di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi». Ma soprattutto, ha concluso Mattarella citando la senatrice a vita Liliana Segre, bisogna «rifiutare l’indifferenza: un male tra i peggiori».

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