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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.01.2019 'Il caso Kaufmann', di Giovanni Grasso
Recensione di Aldo Cazzullo

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 gennaio 2019
Pagina: 39
Autore: Aldo Cazzullo
Titolo: «L’anziano ebreo, la giovane ariana. Apocalisse di una storia d’amore»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/01/2019 a pag.39, con il titolo "L’anziano ebreo, la giovane ariana. Apocalisse di una storia d’amore" il commento di Aldo Cazzullo.

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Aldo Cazzullo

È una storia vera: quella del presidente della Comunità ebraica di Norimberga, Leo Katzenberger. Ma è anche un romanzo: non a caso il nome del protagonista cambia. Il caso Kaufmann, che esce domani per Rizzoli, ci riporta ai tempi oscuri della Germania nazista e delle leggi razziali di Norimberga, che imposero ai cittadini tedeschi di religione ebraica pesantissime discriminazioni e umiliazioni. Nel grande pubblico la conoscenza delle persecuzioni naziste verso gli ebrei è spesso limitata ai campi di sterminio, che furono il culmine, mostruoso nella concezione e immane nelle dimensioni, di un coerente processo di persecuzione portato avanti per gradi e senza interruzioni. L’autore — storica firma di «Avvenire», biografo di Oscar Luigi Scalfaro e Piersanti Mattarella, dal 2015 consigliere del presidente Sergio Mattarella per la comunicazione — ha studiato per anni la persecuzione degli ebrei in Germania. E ora la fa rivivere attraverso l’invenzione letteraria. Nel romanzo di Giovanni Grasso, Leo è un anziano ebreo benestante, che conduce un’esistenza mesta, tra il dolore per la perdita della moglie e le crescenti preoccupazioni per le sorti della sua comunità, minacciata dall’insidia nazista. La sua vita viene, per un breve tratto, illuminata dalla presenza di Irene, vitale ragazza di vent’anni, «ariana» secondo i canoni dell’epoca, figlia di un suo caro amico, che ha deciso di trasferirsi a Norimberga per studiare fotografia.

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Le leggi di Norimberga

Tra i due nasce subito un forte rapporto sentimentale, che solo gli scrupoli di Leo, soprattutto per la grande differenza di età, impediscono di trasformare in una relazione vera e propria. Ma la vicenda umana di Leo e Irene è, più che nelle loro mani, in balia del loro tempo, dei terribili eventi esterni. Le misure contro gli ebrei si fanno sempre più rigide, anno dopo anno. E sconvolgono la vita dei protagonisti. Leo si vedrà via via espropriare l’attività economica, i risparmi, la casa, in un crescendo di vessazioni e di umiliazioni; mentre tra i suoi conoscenti il sentimento di rispetto e di amicizia si trasforma in indifferenza e poi in pregiudizio, sino ad arrivare all’odio. Irene, per la sua amicizia con Leo, viene prima guardata con sospetto e isolata, poi infangata e diffamata. L’operosa e civile comunità che ruotava intorno a Leo diventa, grazie alla propaganda e all’odio razziale, l’anticamera dell’inferno. Quando le maldicenze e i sospetti del quartiere, spesso ad opera di persone in passato beneficate da Leo, arrivano all’orecchio della spietata macchina giudiziaria nazista, per i due protagonisti — accusati di «inquinamento razziale» — non vi sarà scampo. Comincia una tragica ed esemplare vicenda processuale. Il primo round, grazie a un giudice scrupoloso, lo vincono Leo e Irene. Ma il tribunale speciale, senza prove e con una scandalosa conduzione del dibattimento, emetterà un verdetto che è, insieme, il frutto e il simbolo dell’ingiustizia e della sopraffazione. Il caso Kaufmann è un romanzo storico propriamente detto. Il contesto in cui si muovono i due protagonisti è quello reale, supportato dalla lettura dei documenti storici, dalla conoscenza dei dispositivi di persecuzione nazista e dalla capacità di delineare, attraverso i comportamenti dei diversi personaggi, i meccanismi psicologici che accompagnarono il consenso nei confronti di un regime sanguinario, guidato da un’ideologia folle e disumana. Come la vera e propria ossessione che nutrì da sempre Hitler, all’idea che giovani e ingenue ragazze tedesche potessero diventare «preda sessuale» degli ebrei. Il romanzo si presta a diverse letture stratificate: c’è la storia coinvolgente, delicata e contrastata di amore e di amicizia tra i due protagonisti, così diversi tra loro per età, consuetudini, cultura. C’è la vicenda giudiziaria, quasi un justice case, ricca di colpi di scena, esemplificativa di quello che accade quando in un’aula di tribunale il sospetto si trasforma in verità e i pregiudizi in prove. Seguendo i dialoghi e le vicende dei protagonisti e dei comprimari, ci si addentra nel buco nero in cui precipitò la società tedesca dal giorno in cui decise di mettere le proprie sorti in mano a Hitler e ai suoi fanatici collaboratori. Ma attraverso gli occhi di Leo — la vittima sacrificale — e quelli di Irene — un’eroina pura e sfortunata, una sorta di Antigone moderna — si può leggere la storia dell’umanità, quando a prevalere sono i pregiudizi, l’odio e la paura del diverso. Quando l’irrazionale e il fanatismo irrompono nella vita delle persone, distruggendo sentimenti, affetti e cancellando ogni traccia di residua umanità. L’epilogo, in questi casi, per le persone animate di ragionevolezza, gentilezza e buoni sentimenti non può che essere tragico. Ma quelle piccole fiammelle di umanità, che brillano anche per pochi attimi nel buio della notte più oscura, ci attestano che la violenza e l’odio possono rallentare il cammino della civiltà, che è il destino autentico dell’uomo, ma non riescono a interromperlo.

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