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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.01.2019 Il Corriere diventa megafono per lo sparuto gruppetto degli odiatori di Israele all'Università di Torino e disinforma sul sionismo
Nel pezzo di Paolo Coccorese

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 gennaio 2019
Pagina: 4
Autore: Paolo Coccorese
Titolo: «Evento antiebraico in Ateneo. L’Università: 'Noi estranei'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - TORINO di oggi, 04/01/2019, a pag. 4, con il titolo "Evento antiebraico in Ateneo. L’Università: 'Noi estranei' ", il commento di Paolo Coccorese.

A destra: la locandina degli eventi del gruppetto antisemita e antisionista, in salsa neo-nazista

Il Corriere della Sera / Torino  e Repubblica Torino online, oggi infrangono  il tacito patto tra i giornali  torinesi di non dare spazio allo sparuto gruppetto di odiatori a tempo pieno di Israele che continuamente demonizzano nel modo più becero lo Stato ebraico in Università nel capoluogo piemontese. Il Corriere si rende così megafono di quattro fanatici senza alcun seguito, fatto molto grave. La Stampa l'ha ignorato.

Non meno grave è il riquadro in cui il Corriere presenta una definizione si "sionismo" totalmente faziosa e fuorviante. Il sionismo, infatti, è il movimento politico di autoaffermazione del popolo ebraico nella propria sede storica. E' fuorviante scrivere che "Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948 il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato", dal momento che di sostegno internazionale Israele ne ha sempre avuto ben poco. Ignorare la nascita del sionismo nella seconda metà dell'800 è un fatto incredibile, indegno del quotidiano più diffuso in Italia.

Lo stesso capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Fabrizio Ricca, sbaglia ad andare avanti a testa bassa dando importanza all'iniziativa di questi soliti pochi fanatici, che hanno l'unico scopo che si parli delle loro iniziative. L'Università in questo caso non c'entra nulla, tanto è vero che nella locandina non si parla di crediti né di professori coinvolti e neppure di aule, che diventano piene di studenti solo grazie a qualche docente che garantisce gli ambiti "crediti" agli studenti, che riempiono così l'aula, essendo in maggiornaza non interessati a ciò che ascolteranno.
Senza 'crediti' il gruppetto di odiatori  - circa 7 o 8- vanno a prendere un caffè al bar all'ingresso dell'univerisità

L'Università mesi fa ha garantito all'Ucei  (Unione delle Comunità ebraiche italiane) un ciclo di iniziative su Israele serie, interventi riparatori per contrastare la propaganda unidirezionale. C'è da augurarsi che gli eventi successivi al primo - che si è tenuto il 5 dicembre scorso e che è stato salvato solo dall'intervento del direttore della Stampa Maurizio Molinari - siano organizzati con serietà e accortezza, e impediscano ai soliti pochi odiatori di tenere in ostaggio l'intera sala con schiamazzi antisemiti.

Ecco il pezzo:

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Fabrizio Ricca             Noemi Di Segni

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Il rettorato dell'Università di Torino

Il compito di chi studia la storia non è quello di evidenziare le differenze. Ma, come diceva Jacques Le Goff, è mettere in luce le relazioni e i legami tra i diversi periodi cronologici per poter sottolineare l’importanza delle conquiste fatte nel tempo. Ben altra cosa dall’invito a «conoscere e ricordare il passato per lottare nel presente» che compare nelle locandine del seminario «Un giorno della memoria antifascista e antisionista» annunciato al Campus Einaudi. Iniziativa organizzata dalla rete di militanti antisionisti, senza alcuna autorizzazione dell’Ateneo, che ieri ha scatenato polemiche. «È l’ennesimo evento di antisemitismo all’interno dell’Università», denuncia Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Sala Rossa, che attacca: «Usare il sionismo come nuovo antisemitismo è da nazisti». Ancora una volta a far discutere è un’iniziativa dal chiaro messaggio di ostracismo contro lo stato di Israele. Ma a differenza del passato, a rendere tutto più spiacevole è la coincidenza del calendario. La serie di seminari di « autoinformazione», come sono definiti nella locandina, sono stati pensati per celebrare, in modo alternativo, proprio il Giorno della Memoria. Ovvero la ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto prevista per il 27 gennaio. Quest’anno è diventata terreno di scontro. Nel volantino, marchiato con il logo «Freedom for Palestine Boycott Israel», si scopre che, dal 10 al 30 gennaio, in uno spazio dell’Università, sono previsti dibattiti dai titoli della caratura di: «1933: patto col diavolo. Il boicottaggio ebraico della Germania e l’accordo commerciale tra nazisti e sionisti» Un’oltraggio per il consigliere leghista Ricca. «Le zecche (l’epiteto con cui l’estrema destra apostrofa i militanti dei centri sociali, ndr) hanno deciso di disonorare il giorno della memoria anche quest’anno», accusa il politico su Facebook. Mentre l’Università si è affidata a una nota per chiarire la sua posizione. «Gli eventi non sono stati autorizzati né risultano essere coinvolti singoli docenti o Dipartimenti». Prima di specificare: «La sigla che firma l’iniziativa non è una associazione, o un gruppo, formalmente iscritto nell’albo delle organizzazioni studentesche universitarie, per cui tale iniziativa non deve essere ricondotta nell’alveo delle attività promosse e ospitate dall’Università. Che invece, promuove occasioni di formazione e informazione equilibrata e pluralistica». Come testimoniato dalla mostra esposta in rettorato che per la prima volta racconta, senza sconti, le responsabilità dell’istituzione accademica nell’imposizione delle leggi razziali. Mentre oggi, l’Università annuncia: «È necessario prendere posizione rispetto a letture distorte della storia a tutela della garanzia del pluralismo».

Ecco il testo del riquadro con la definizione faziosa di "sionismo":

Il sionismo è un movimento politico il cui fine è l’affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico mediante l’istituzione di uno Stato ebraico. Il movimento, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei in Europa, fu importante ma minoritario per tutta la prima metà del XX secolo, per poi divenire maggioritario dopo la Shoah. Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948 il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato.

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