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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/12/2018, a pag.16 con il titolo "L'eroe dell'Exodus e dei bambini salvati" il ricordo di Georges Loinger di Stefano Montefiori
All'inizio Georges Loinger faceva passare i bambini dalla Francia alla Svizzera grazie ai palloni finiti in fallo laterale. Ebreo di Strasburgo, insegnante di educazione fisica, evaso da un lager nazista, accoglieva i bambini ebrei arrivati da Lione alla stazione ferroviaria di Annemasse, in Savoia, e li portava subito a giocare a pallone in un campo da calcio fuori città, proprio sulla frontiera. Quando la palla usciva, i bambini andavano a cercarla e finivano in territorio svizzero, dove avevano l'ordine di rimanere. Georges Loinger, decano della Resistenza ebraica francese, è morto venerdì a Parigi all'età di 1o8 anni. Finita la guerra, nel 1947 Loinger aiutò a organizzare la partenza della nave Exodus dal porto francese di Sète verso la Palestina allora sotto il controllo britannico. Qualche anno prima riuscì a salvare oltre 30o bambini ebrei facendoli passare in Svizzera. Lo stratagemma del campo da calcio non durò a lungo, perché si era sparsa la voce di quelle strane partite nelle quali si perdevano sia il pallone sia i giocatori. Allora Loinger decise di fare ricorso ai passeur. Di notte i ragazzini più grandi, 15-16 anni, tenevano per mano quelli di7o8e raggiungevano le persone incaricate — e pagate 300 franchi a bambino — in un luogo sempre diverso. «Bisognava attraversare l'Hermance, il corso d'acqua che segna la frontiera tra Francia e Svizzera — ha raccontato anni fa Loinger al Figaro —. I bambini avevano capito perfettamente il pericolo ma ero con loro e avevano fiducia in me. Poi il passeur a un certo punto non voleva più che li seguissi ed ero costretto a lasciarli andare, sperando che lui non facesse il doppio gioco. L'operazione durava circa un'ora, i gruppi comprendevano da sette a dieci bambini». Fino al settembre 1943 la frontiera era controllata dai soldati italiani. «Un giorno uno di loro venne a cercarmi imbracciando il fucile e mi portò dal comandante. Appena arrivo, questi mi mostra una lista con tutti i nostri attraversamenti e mi dice: "Approvo quello che sta facendo". Il comandante italiano aveva chiuso gli occhi». Le cose si fecero più difficili quando al posto degli italiani arrivarono i nazisti. I passaggi in Svizzera diventarono più pericolosi e quindi più rari, ma nella primavera del 1944 Loinger riuscì a salvare anche la moglie Flora e i figli Daniel di sei anni e Guy di appena sedici mesi, per tornare a lottare nella Resistenza assieme al cugino e futuro mimo Marcel Marceau. Nel 2013, quando aveva 102 anni, Georges Loinger è stato ricevuto con tutti gli onori dal presidente israeliano Shimon Peres. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante https://www.corriere.it/scrivi/ |
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