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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.12.2018 Ofer Sachs, Ambasciatore di Israele a Roma: 'Serve un mandato più forte per l'Unifil per contenere i terroristi di Hezbollah'
Lo intervista Monica Ricci Sargentini

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 dicembre 2018
Pagina: 15
Autore: Monica Ricci Sargentini
Titolo: «'Libano, serve un mandato più forte per l’Unifil'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/12/2018, a pag.15, con il titolo "'Libano, serve un mandato più forte per l’Unifil' ", l'intervista di Monica Ricci Sargentini all'Ambasciatore di Israele Ofer Sachs.

A destra: l'Ambasciatore di Israele Ofer Sachs

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Monica Ricci Sargentini

«Siamo molto soddisfatti dell’esito della visita del vicepremier Matteo Salvini in Israele. I nostri Paesi hanno fatto un altro passo avanti in un’amicizia che era già solida». L’ambasciatore israeliano in Italia Ofer Sachs, 46 anni, parla al Corriere da Tel Aviv delle polemiche scatenate dalle dichiarazioni del leader della Lega che lo scorso 11 dicembre ha definito senza mezzi termini terroristi gli Hezbollah: «Quello che ha detto il ministro è un’ovvietà. Hezbollah è un’organizzazione terroristica anche secondo l’Unione Europea. Noi abbiamo portato il viceministro ai confini del Libano e gli abbiamo fatto vedere i tunnel scavati a più di 20 metri di profondità con grande dispendio di energie e soldi. Lui è rimasto molto colpito da quello che ha visto».

L’Italia ha appena assunto il comando della missione Unifil. Quali obiettivi dovrebbe porsi il generale Stefano Del Col? «Voglio sottolineare che il ruolo dell’Unifil è fondamentale nella regione e che Del Col è molto apprezzato. Però credo che qualcosa non stia funzionando perché Hezbollah non dovrebbe essere nel sud del Libano. Il mandato della missione su questo è chiaro: impedire l’attività illegale e ostile di Hezbollah».

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Quindi bisogna cambiare qualcosa? «Sì è necessario tornare all’Onu ed espandere il mandato. La risoluzione 1701 non dà abbastanza potere all’Unifil che dovrebbe poter entrare nei villaggi e identificare le persone sospette».

Nell’incontro con Nethanyahu c’è stata grande sintonia anche sul gasdotto East Med. «Sì è un’iniziativa molto importante che porterà a un cambio strategico nella regione. L’opera arriverà nel sud dell’Italia. La costruiremo in collaborazione, oltre che con il vostro Paese, anche con la Grecia, Cipro e più in là l’Egitto. Si stanno effettuando le trivellazioni e ci piacerebbe che gli italiani assumessero un ruolo più significativo».

Non teme una resistenza dei 5 Stelle al progetto? «Loro hanno molto a cuore la questione ecologica che va assolutamente salvaguardata. È interesse di tutti».

Per il 2019 è in programma un incontro bilaterale tra Italia e Israele. «Sì, si terrà a Gerusalemme, non oltre il mese di marzo. Si parlerà di sicurezza, di cooperazione economica, di ricerca accademica ma anche di progetti in Africa».

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