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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.11.2018 Ezra Pound: un fascista, a prescindere da eventuali meriti poetici
Lettera di Riccardo Calimani

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 novembre 2018
Pagina: 33
Autore: Riccardo Calimani
Titolo: «Ezra Pound»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 15/11/2018 a pag.13 con il titolo "Ezra Pound", la lettera di Riccardo Calimani.

Ezra Pound fu salvato dagli americani alla fine della Seconda Guerra Mondiale. L'etichetta di "pazzo" che è stata incollata al poeta ammiratore di Mussolini e dei fascismi europei - mai pentito - è stata quella che lo ha salvato dal giudizio come traditore e fascista. Di fatto la decisione americana di rinchiuderlo in una clinica per malati mentali lo ha salvato dalla fucilazione. Bene fa Riccardo Calimani a chiarire che il giudizio verso Pound deve essere quello adottato verso un fanatico fascista, e che i suoi meriti poetici non costituiscono in nessun modo una attenuante. Anzi.

Per approfondire: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=72532

Ecco la lettera:

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Riccardo Calimani

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Ezra Pound

Non condivido la tesi che vi sia la necessità di distinguere tra il letterato e le sue idee. Alcuni grandi scrittori del Novecento sono stati fascisti, nazisti, stalinisti e tra questi Céline, Heidegger, Hamsun. Per questo devono godere di extraterritorialità? Proprio perché intelligenti e sensibili, la loro adesione al totalitarismo fascista è ancora più degna di biasimo e di condanna. La loro intelligenza è una aggravante. Furono del tutto incapaci di capire che le loro scelte politiche contribuirono ad accrescere il dolore e la morte in questo povero mondo. Distinguere tra l'autore e la sua opera è metodologicamente pericoloso, può ingenerare assoluzioni o equivoci e creare confusione. La moralità, non il moralismo, in politica deve restare un valore e dagli intellettuali bisogna pretendere di più. Se non hanno capacità critica e cedono a violenza, a tentazioni autoritarie o altro vanno biasimati bendi più dello sciocco che si lascia abbindolare.

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