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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.11.2018 Ritratto 'politicamente corretto' del sindaco di Tel Aviv
Cronaca di Davide Frattini (povero Herzl, diventato un militante di sinistra)

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 novembre 2018
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «L'era di Ron, sindaco di spiaggia e di governo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/11/2018, con il titolo "L'era di Ron, sindaco di spiaggia e di governo" l'articolo di Davide Frattini

Il titolo è spiritoso, ma non l'ha scelto Frattini, che invece non perde occasione per lanciare frecciatine verbali a Bibi (Gerusalemme, il governo di destra studia come buttarli fuori dalle frontiere) mentre in ogni stato democratico si comporta verso gli immigrati clandestini nella stessa maniera dell'attuale governo. Del sindaco Huldai, per altro bravissimo, meritatamente rieletto dopo vent'anni, sottolinea una frase su Theodor Herzl mettendogli in bocca "Herzl voleva fondare una nazione degli ebrei, in cui sono maggioranza, non uno Stato ebraico", scritta così trasforma Herzl in un militante dell'estrema sinistra. Pazienza, è il pedaggio che Frattini paga regolarmente per sentirsi fuori dall'elenco dei politicamente scorretti. Stare con la maggioranza rende la vita più tranquilla.

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Davide Frattini             Ron Huldai

TEL AVIV -La città e ll suo sindaco sono più vecchi dello Stato d'Israele. Tel Aviv è ormai ultracentenaria eppure resta la bambina ribelle. Ron Huldai ne è il tutore da vent'anni e con la vittoria di martedì scorso lo resterà per altri cinque: cresciuto in un kibbutz, veterano delle tante guerre di questo Paese, lo accusano di essere burbero, ruvido e severo. Ma è stato lui a permettere che la metropoli sul Mediterraneo continuasse a fare dell'indisciplina creativa la forza e il fascino. Questa volta ha dovuto affrontare candidati (anche il vice, in complesso edipico) molto più giovani dei suoi 74 anni e considerati più a sinistra, più attenti ai problemi di chi fatica a pagare gli affitti o non trova un asilo pubblico decente per i figli. Gli hanno scagliato addosso le stesse pietre politiche delle ultime quattro campagne elettorali: sarebbe un laburista al cava (come qui chiamano alla spagnola qualunque vino abbia le bollicine), un cripto-capitalista senza clemenza verso chi resta indietro nello sviluppo sfrenato della città che non si ferma mai. Huldai risponde offrendo le scuole come rifugio agli immigrati clandestini (mentre da Gerusalemme il governo di destra studia come buttarli fuori dalle frontiere), organizzando nuovi modelli di edilizia popolare (mentre quelli nazionali ritardano), insistendo a voler trasformare Tel Aviv nel compimento della visione di Theodor Herzl: «Una città liberale, pluralista, laica e il più possibile egualitaria. Dove gli arabi di Jaffa possano sentirsi parte della società. Herzl voleva fondare una nazione degli ebrei, in cui sono maggioranza, non uno Stato ebraico». Gli editorialisti di Haaretz, il quotidiano in perdita di copie quanto la sinistra di elettori, sono convinti che rappresenti ormai l'unica opposizione ai quasi dieci anni di potere ininterrotto del primo ministro Benjamin Netanyahu: «Il sindaco deve persistere a fare di Tel Aviv l'alternativa agli ultranazionalisti e ai fanatici religiosi». Nei prossimi cinque anni è probabile che continui con lo stesso metodo: «Non sono una guida, io assecondo e facilito. Il motore sono questi tecnoimprenditori ventenni, il mio compito è creare un ecosistema dove possano prosperare. Sono giovani, sono single, vogliono divertirsi la notte e hanno bisogno di uno spazio per incontrarsi e scambiare le idee». A Tel Aviv c'era già: la spiaggia. Che adesso è il lungomare con più wi-fi pubblici al mondo.

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