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Corriere della Sera Rassegna Stampa
15.10.2018 Aerospazio: accordo regione Campania-Israele
Commento di Luciano Buglione

Testata: Corriere della Sera
Data: 15 ottobre 2018
Pagina: 1
Autore: Luciano Buglione
Titolo: «Ala, in tre anni raddoppiato il fatturato. L'aerospazio campano punta su Israele»

Riprendiamo dal CORRIERE del MEZZOGIORNO - ECONOMIA di oggi, 15/10/2018, a pag. 9 con il titolo "Ala, in tre anni raddoppiato il fatturato. L'aerospazio campano punta su Israele", il commento di Luciano Buglione.

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I numeri sono davvero significativi: 2500 fornitori in tutto il mondo e ben 130 milioni di dollari di fatturato, il doppio rispetto a soli 3 anni fa, di cui oltre il 40% sviluppato al di fuori dell'Italia. Come le sedi, tutte prestigiose. Oltre a quelle nazionali, Torino, Novara (all'interno dello stabilimento Leonardo di Cameri), Pozzuoli e Brindisi, più una sede di rappresentanza a Roma, ci sono postazioni direttamente nel mercato nordamericano, a New York e Seattle, e in Europa, nel Regno Unito (Londra) e Francia, a Tolosa e sono i paesi in cui ha presidi commerciali Mont de Marsan. Tra il 2016 e il 2017 ha altresì attivato dei Sales Desk (ovvero i banchi vendita) regionali e partnership commerciali a Dallas, Los Angeles, Shanghai e Bangalore. Ha infine uffici commerciali a Roma, Varese, Parigi, Seattle, Shanghai. Stiamo parlando di Ala, Logistica Avanzata per l'Aerospazio, una azienda nata a Napoli nel 2009 dalla fusione di Avio Import e Aip Italia, sorte rispettivamente 23 e 14 anni prima. Dal capoluogo partenopeo è partita, con il quartiere generale presso il Teatro Mediterraneo all'interno del parco monumentale ed espositivo della Mostra d'Oltremare, alla conquista del mondo.

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La presenza nella Mostra è valsa il restauro di uno degli edifici del corpo centrale del teatro, con un investimento di 2 milioni, su una superficie di 1500 metri quadri. Oggi occupa il quarto posto assoluto a livello internazionale nel suo settore, ma non intende fermarsi, al punto che l'anno scorso ha creato nuove partnership commerciali in Cina e India, ed ora punta in modo deciso sul mercato israeliano, con una nuova sede a Tel Aviv, in Israele, e una joint-venture con il gruppo locale Yail Noa. Questo accordo combina i punti di forza di Ala e Yail Noa, facendo leva sull'expertise e sulla specializzazione geografica di entrambi. Ala Israel integra la profonda conoscenza del mercato israeliano della distribuzione di Yail Noa con l'esperienza e la i dipendenti nelle varie realtà mondiali competenza di Ala come service provider di parti aeronautiche per i maggiori costruttori e player del settore. «Nel 2010 — commenta il ceo di Ala Gennaro Di Capua - gli azionisti, il presidente Fulvio Scannapieco e il vice Vittorio Genna, hanno intrapreso un percorso di crescita internazionale attraverso acquisizioni, joint-venture, crescita organica e alleanze commerciali». Poi aggiunge: «Ala Israel è uno step fondamentale per la nostra strategia. Con questa nuova sede vogliamo essere sempre più prossimi ai nostri clienti attuali e potenziali in Israele e nell'area». Il progetto è particolarmente ambizioso. L'obiettivo è fornire una gamma sempre più ampia e variegata di servizi rafforzando la società come punto di riferimento nel mercato per attori fondamentali quali Iai, Elbit, Rafael, altri colossi simili. Ala Israel si candida in tal senso a dimostrare la capacità di mettere sul campo i più alti livelli di servizio e la costruzione di soluzioni disegnate sulle esigenze del mercato nel settore. Ala è leader nella distribuzione di fissaggi e materiali aerospaziali, e nella fornitura di servizi di logistica integrata e gestione della catena di approvvigionamento; serve i più importanti programmi aeronautici, con particolare focus su F-85, Atr A220 (ex C-Series), C130, M346, GEnx e V2500 direttamente e diversi altri programmi Boeing e Airbus come B787 e A350 indirettamente. L'azienda rappresenta un esempio di work in progress virtuoso, con una trasformazione da una originaria intuizione imprenditoriale ad una gestione manageriale per competere con determinazione e successo nei mercati internazionali. Un processo che però ha mantenuto salde le radici italiane, e soprattutto le origini napoletane, di cui l'attuale gruppo dirigente, come i predecessori, vanno molto fieri. Insomma, un «fiore all'occhiello» perla tanto vituperata industria meridionale. E la conferma che quando i progetti hanno salde intuizioni decollano a prescindere dalle pur importanti (e da noi sfavorevoli) condizioni e convenienze.

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