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Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.08.2018 Assad: dalla sua parte c'è l'ex presidente Usa Carter
E Lorenzo Cremonesi lo cita come esempio di buona politica

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 agosto 2018
Pagina: 15
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «L'apertuta ad Assad non cancelli i suoi crimini»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/08/2018, a pag.15 con il titolo "L'apertuta ad Assad non cancelli i suoi crimini" il commento di Lorenzo Cremonesi

Che si debba dar fiducia a un consiglio proveniente dall'ex presidente Usa Jimmy Carter, noto per non averne mai imbroccata una, rende superfluo qualsiasi nostro ulteriore commento.

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Lorenzo Cremonesi

Pur obtorto collo, dobbiamo ammettere che ha buoni motivi l'ex presidente americano Jimmy Carter nel sostenere la necessità che anche le potenze occidentali, Stati Uniti ed Europa in testa, sdoganino la politica del dialogo con la dittatura siriana. Il vecchio slogan «Bashar Assad deve andarsene», cresciuto con la repressione contro le rivolte della popolazione siriana già alla fine del 2011 e poi con il ricorso alle armi chimiche, non solo è stato superato dalla vittoria contro i rivoltosi, ma soprattutto esclude l'Occidente dalla fase della ricostruzione lasciando campo libero a Russia e Iran. Inoltre, la carenza di aiuti umanitari e la mancanza di cooperazione economica prolungano povertà e sofferenze tra i civili. Tuttavia, l'urgenza pragmatica del dialogo non può far dimenticare ciò che è accaduto in Siria negli ultimi sette anni. In primo luogo, Assad e la sua nomenklatura corrotta e nepotista, legata a filo doppio agli alawiti e le altre minoranze (tra cui quella cristiana), sono rimasti in piedi unicamente grazie al sostegno militare ed economico di Mosca e Teheran. Senza di loro già nel 2013-14 il regime sarebbe rovinosamente caduto. Questi resta dunque largamente impopolare tra la maggioranza sunnita. Lo provano i milioni di profughi ancora in Turchia, Giordania, Libano ed Europa. Molti di loro non tornano a casa anche perché temono le vendette, le torture, i desaparecidos. Sotto la copertura ipocrita della «normalim7ione» trionfa il regno della paura. Va aggiunta la verità scomoda (per Assad) della strumentali7?azione degli estremisti islamici e dello stesso Isis per eliminare con brutalità metodica le opposizioni moderate e democratiche. Uno dei grandi successi del regime è stato reclutare i jihadisti in modo da elidere qualsiasi partito che potesse raccogliere l'aiuto e le simpatie delle democrazie occidentali. Oggi l'alternativa resta tra Assad e il caos. Ma solo tenendo a mente tutto ciò e con l'intento di cambiarlo potremo contribuire alla ricostruzione.

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