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Corriere della Sera Rassegna Stampa
04.08.2018 La 'legge sulla nazione' e i drusi israeliani: nessuna discriminazione
Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 04 agosto 2018
Pagina: 14
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Anche i drusi si ribellano a Netanyahu»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 04/08/2018, a pag. 14 con il titolo "Anche i drusi si ribellano a Netanyahu" il commento di Davide Frattini.

Come scrive oggi in altra pagina Deborah Fait, la "legge sulla nazione" israeliana non ha nulla di discriminatorio, tanto meno contro i drusi, una minoranza ben inserita nel vibrante tessuto sociale di Israele.

Ecco l'articolo:

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Davide Frattini

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Drusi israeliani

Quarantacinque anni fa ha combattuto nell’«Operazione uomini determinati», adesso mostra la stessa risolutezza mentre si oppone a una legge che — dice — da generale in pensione lo degrada a «cittadino di seconda classe». Quella di Yom Kippur nel 1973 è stata la prima guerra di Amal Asaad, non l’ultima: è rimasto ferito tre volte, suo fratello è morto vicino a lui in Libano, uno dei 420 drusi caduti in battaglia da quando Israele è stato fondato. È in nome di questi sacrifici che i leader della minoranza — 120 mila persone — hanno deciso di portare la protesta stasera in piazza Rabin a Tel Aviv. Invitano tutti a partecipare per spingere il governo a modificare la norma votata dal parlamento il 19 luglio: vuole rafforzare il carattere ebraico dello Stato e garantire che solo gli ebrei abbiano il diritto all’autodeterminazione in Israele. L’arabo — parlato dal 20 per cento della popolazione, tra cui i drusi — non è più riconosciuto come lingua ufficiale. L’incontro con il premier Netanyahu — che cerca un compromesso, promette ai drusi benefici economici, ma ripete di non essere disposto a cambiare la legge — è saltato quando Asaad ha difeso un messaggio su Facebook in cui sosteneva che il Paese «rischiasse di imporre un regime di apartheid». L’ex generale milita nello stesso partito del primo ministro e ha ripetuto al Jerusalem Post di «volere che la maggioranza in Israele sia e resti ebraica, ma ritornando ai valori della Dichiarazione d’indipendenza, così posso stare sull’attenti sotto la bandiera israeliana e fare il saluto militare quando suona Hatikva». I drusi — presenti anche in Siria, Libano, Giordania — sono per tradizione leali alla nazione in cui vivono e l’80 per cento degli uomini serve nelle forze armate israeliane: tre ufficiali hanno già annunciato il congedo e raccolgono sostenitori. Gadi Eisenkot, il capo di Stato Maggiore, ha invitato a lasciare la politica fuori dall’esercito e assicurato che sotto la divisa non ci sono discriminazioni. Naftali Bennett, il ministro dell’Educazione a capo del partito dei coloni, è stato tra i primi a cercare di calmare «i fratelli drusi». Altri politici della destra non hanno nascosto il disprezzo: «Non vedo perché una piccola comunità dovrebbe ottenere privilegi», ha commentato David Bitan, deputato vicino a Netanyahu.

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