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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.07.2018 Austria: la proposta demenziale di vietare la carne kasher e compilare liste di ebrei
Cronaca di Paolo Valentino

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 luglio 2018
Pagina: 11
Autore: Paolo Valentino
Titolo: «L’assessore, la carne kosher e le liste di ebrei»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/07/2018, a pag.11, con il titolo "L’assessore, la carne kosher e le liste di ebrei" il commento di Paolo Valentino.

Bene fa Paolo Valentino a definire "demenziale" la proposta dell'assessore Gottfried Waldhausl di vietare il consumo di carne kasher e consentirla solo agli ebrei che si faranno schedare. Dall'ignoranza possono nascere crimini orrendi, come la storia della Germania e dell'Austria insegna. Che interessa a Gottfried Waldhausl chi compra la carne kasher?

Ecco l'articolo:

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Gottfried Waldhausl

Un assessore della Bassa Austria, uno dei nove Länder austriaci, vuole vietare il consumo di carne kosher, in nome della protezione degli animali. Bontà sua, è pronto ad ammettere eccezioni per chi, come gli ebrei, ha un precetto religioso da osservare. E come pensa di farlo? Semplice: rilasciando permessi individuali agli ebrei che lo richiedono. Va da sé che per ottenere la dispensa le persone di religione ebraica dovranno registrarsi come tali. Avete letto bene. Gottfried Waldhäusl, è questo il nome dell’assessore animalista, pensa a un registro degli ebrei che vogliono continuare a mangiare carne kosher. «È necessario dal punto di vista del benessere degli animali», spiega il nostro, manco a dirlo esponente della FPOe, il partito di estrema destra nazionalista al governo con il cancelliere Kurz, in odore di nostalgie nazionalsocialiste. La religione ebraica (come quella musulmana) ammette il consumo di carne se l’animale viene sgozzato vivo. Solo in quel caso infatti è kosher, o halal per gli islamici. Ma questa pratica viene considerata eccessivamente crudele, nonostante sia pensata proprio per causare la minore sofferenza possibile.

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L’idea di una lista ebrei nella Bassa Austria è allucinante. «Come una clausola ariana negativa», commenta Oskar Deutsch, presidente della Comunità israelitica di Vienna, riferendosi alle leggi razziali varate dai nazisti nel 1936 in Germania e applicate anche in Austria all’annessione. Deutsch accusa anche l’assessore di «voler rendere la libertà di religione solo un diritto individuale ad hoc». Il piano demenziale di Waldhäusl non è stato ancora approvato dal governo regionale. E forse non lo sarà. Ma il solo fatto che esista dice molto su come sia cambiato lo Zeitgeist sotto il governo nazional-populista austriaco.

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lettere@corriere.it

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