|
| ||
|
||
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/07/2018 a pag.15, con il titolo " Daraa brucia, la brutale offensiva finale di Assad " l'analisi di Lorenzo Cremonesi Cremonesi lamenta giustamente il silenzio calato sulla macelleria siriana, attribuendolo "a causa delle censure imposte alla stampa indipendente" dal regime di Damasco. Ma per raccontare ciò che avviene in Siria non è indispensabile essere presenti, quanto succede è reperibile sui media internazionali più importanti a livello intenazionale. E poi perchè Cremonesi non lo racconta? Ha chiesto il visto e gli è stato negato? Boh! Ecco il pezzo:
Della questione siriana si parla sempre meno, come se le sconfitte dell'Isis l'anno scorso a Raqqa avessero in qualche modo reso meno urgente il tema. E nonostante in Siria si continui a combattere e morire. Oltre al fatto, quasi per nulla raccontato anche a causa delle censure imposte alla stampa indipendente, che il regime di Damasco sta ormai da molti mesi punendo ed eliminando con sistematica brutalità i gli oppositori nelle regioni progressivamente riconquistate manu militari. Negli ultimi 12 giorni sono però tornate prepotenti alle cronache le battaglie violente relative alla nuova offensiva lanciata dall'esercito di Assad, aiutato dagli alleati russi e iraniani, contro i resti delle forze ribelli asserragliate attorno alla città di Dama, nel Sudovest del Paese. II luogo assurse a simbolo del martirio dei civili coinvolti nella rivolta contro la dittatura al suo incipit nella primavera del ton, quando la polizia di Assad torturò alcuni ragazzini che avevano scritto sui muri slogan incitanti alla mobilitazione. Poi Dama rimase relativamente tranquilla, anche durante gli attacchi del regime contro gli insorti ad Aleppo due anni fa e lo 011 conflitto in Siria Daraa, brucia La brutale offensiva finale di Assad di Lorenzo Cremonesi ella questione scorso aprile a Ghouta, alla periferia di Damasco. Ora non più. Le organizzazioni umanitarie calcolano un centinaio di civili uccisi nella zona di Dama in meno di due settimane. Si torna a puntare il dito contro l'aviazione russa e il ruolo trainante di Hezbollah (la milizia sciita libanese sostenuta da Teheran) tra le unità lealiste siriane. Pare siano stati bombardati almeno quattro tra ospedali e cliniche controllati dai ribelli. Un dato non cambia: tre anni fa Assad sarebbe stato defenestrato senza l'aiuto vitale russoiraniano e ancora adesso si basa sul loro contributo. Intanto l'Onu denuncia i6o.000 civili sfollati in fuga dalle aree bombardate. Premono verso la Giordania, che però, avendo già gravi difficoltà nel gestire il milione e 30o mila profughi siriani nel Paese, ha chiuso il confine. E in parte si dirigono verso le alture del Golan nell'area di Quneitra, dove Israele teme infiltrazioni di Hezbollah tra i profughi e minaccia d'intervenire. La nuova offensiva vanifica gli accordi per il cessate il fuoco nel Sudovest siriano negoziati l'anno scorso tra Washington e Mosca, ma pare che alcune milizie ribelli abbiano già accettato di sottomettersi ad Assad. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
Condividi sui social network: |
|
Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui |