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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.06.2018 Il passo indietro di Sumaya 'Difficile essere pionieri'
Pioniera, sì,ma dell'invasione dei Fratelli Musulmani, e il Corriere le viene in soccorso

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 giugno 2018
Pagina: 4
Autore: Andrea Senesi
Titolo: «PD Commissione cultura: contro di lei attacchi gratuiti Il passo indietro di Sumaya 'Difficile essere pionieri'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA, cronaca di Milano, di oggi, 29/02/2018, a pag.4, con il titolo "PD Commissione cultura: contro di lei attacchi gratuiti Il passo indietro di Sumaya 'Difficile essere pionieri'", di Andrea Senesi 

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Sumaya Abdel Qader, in basso a sinistra il simbolo dei Fratelli Musulmani

"Ci vuole coraggio a essere pionieri", è la difesa ufficiale di Sumaya Abdel Qader, nominata presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano, dimissionaria, dopo le polemiche nate dall'incarico.  Qader, è vicina al movimento dei Fratelli Musulmani, un biglietto da visita che avrebbe dovuto tenerla lontana anche dall'essere candidata nelle liste del PD, un partito che errori di questo genere ne ha commessi fin troppi. Ovviamente nulla c'entra con l'essere musulmani, è l'adesione all'islam politico che teorizza l'invasione islamica silenziosa dell'Europa che va combattuto. L'incompetenza storica e politica della sinistra - aggiungiamo la cecità - affrettano un risultato che andrebbe invece sconfitto. Sta avvenendo l'incontrario.  

Con una lunga lettera al consiglio comunale, Sumaya Abdel Qader rinuncia alla presidenza della Commissione cultura di Palazzo Marino «per non prestarmi alle inutili e sterili strumentalizzazioni». Un passo indietro sollecitato dallo stesso gruppo consiliare Pd che aveva inizialmente proposto e sostenuto la candidatura. . Al terzo giorno di polemiche è arrivato il passo indietro dell'esponente del Pd, una rinuncia sollecitata dallo stesso gruppo consiliare che pure aveva inizialmente proposto e sostenuto la candidatura. «Per non prestarmi alle inutili e sterili strumentalizzazioni di questi giorni emerse intorno al mio nome ho deciso di ritirare la mia disponibilità a ricoprire l'incarico di presidente della Commissione», scrive Sumaya in una lunga nota preparata in Consiglio comunale, subito dopo il vertice col suo gruppo. Un messaggio lungo e ragionato. «A volte ci troviamo a dover scegliere tra ciò che è giusto e meritorio e ciò che è opportuno fare — racconta in un passaggio —. Credo di meritare quella presidenza, ma umilmente riconosco che non sia politicamente opportuno, oggi. Non voglio prestarmi a chi intende usare il mio impegno politico per dividere e rafforzare paure e pregiudizi. Possiamo dire che è una sfida persa? Forse sì, non certo per me, ma perla città che si batte nella via del riconoscimento dei pieni diritti e della reale libertà degli individui di essere considerati per il merito». E infine: «Mi rendo conto di essere una pioniera su molti fronti e la vita dei pionieri è difficile. Pionieri significa spesso non essere compresi, ma significa anche rompere tabù e aprire dibattiti necessari per stare al passo con la società in veloce trasformazione. Significa vincere della sfide e perderne altre». II passo indietro è conseguenza diretta dell'ondata di polemiche sollevata dal centrodestra, ma anche dei dubbi e delle perplessità circolate negli scorsi giorni in diversi settori «di sinistra». Lo stesso sindaco era intervenuto per stoppare la decisione del gruppo del Pd sollecitando un ulteriore momento di riflessione. «Rivendichiamo la piena legittimità della proposta che abbiamo avanzato. Al contempo non possiamo che prendere atto della scelta della consigliera Sumaya di ritirare la propria disponibilità a ricoprire l'incarico di presidente della Commissione cultura», hanno commentato i consiglieri «dem» dopo il passo indietro della «collega»: «Una scelta improntata alla volontà, in perfetta linea con la sua cultura politica di pace e dialogo, di non prestarsi a divisioni e strumentalina7ioni. Molte delle critiche emerse in questi giorni purtroppo fanno leva su pregiudizi sterili che inquinano la qualità del dibattito politico e culturale». Ieri ha parlato anche l'altro potenziale candidato alla carica: Alberto Veronesi, figlio di Umberto e direttore d'orchestra, che entrerà a Palazzo Marino tra pochi giorni come primo dei non eletti. II suo nome è stato avanzato dai «civici» in alternativa proprio a quello più «divisivo» della consigliera musulmana. «Non m'interessano le poltrone, ma naturalmente sono a disposizione», ha detto ieri Veronesi. Le polemiche su Sumaya? «Mia mamma, ebrea, è stata da bambina prigioniera in un campo di concentramento tedesco: per quelli come noi lei dovrebbe chiarire le sue posizioni su Israele», ha detto Veronesi. Si chiude dunque il caso Sumaya, anche se la questione, nella maggioranza di centrosinistra, è tutt'altro che risolta. Il Pd rivendica comunque per sé la poltrona, altrettanto i «civici» della Lista Sala.«Si è persa un'occasione», scuote la testa Anita Pirovano a nome di Sinistra progressista e interpretando il sentimento di molti del suo schieramento. Andrea Senesi • Malumori anche nel centrosinistra. La lista civica legata al sindaco Beppe Sala si è detta scettica a proposito della scelta e ha proposto come nome alternativo quello di Alberto Veronesi

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