sabato 20 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.06.2018 La disinformazione sul Corriere passa dall'uso delle parole
Nel commento di Luigi Ippolito sulla visita in Israele del principe William

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 giugno 2018
Pagina: 13
Autore: Luigi Ippolito
Titolo: «William in Terrasanta. Una visita (con segreto) che rompe un tabù»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/06/2018, a pag.13 con il titolo "William in Terrasanta. Una visita (con segreto) che rompe un tabù" il commento di Luigi Ippolito.

Il Corriere della Sera utilizza oggi un linguaggio tipico dei giornali che più disinformano, scrivendo di "Terrasanta" al posto di "Israele" per non citare neppure nel titolo lo Stato ebraico. Inoltre il quotidiano più diffuso in Italia scrive "Gerusalemme Est", invece che semplicemente "Gerusalemme", separando così arbitrariamente una parte della capitale di Israele dall'altra. Dall'uso delle parole, come su IC non ci stanchiamo di sottolineare, passa gran parte della disinformazione contro Israele. Titolazione e cronaca in puro stile Onu.

Perfino Repubblica, a pag. 16, inserisce la parola "Israele" nel titolo: "Il primo Windsor in visita in Israele e Anp". Allo stesso modo Avvenire, che pubblica una breve dal titolo "Israele: visita del principe William. Andrà anche a Ramallah". Libero, invece, sottolinea la gaffe degli organizzatori della visita, che nel programma hanno indicato una tappa del percorso a "Gerusalemme Est, territori palestinesi occupati", mentre si tratta di territorio israeliano.

Ecco l'articolo:

Immagine correlataImmagine correlata
Luigi Ippolito            L'arrivo del principe William

Londra - Una visita storica, quella del principe William tra Giordania, Israele e Palestina. Perché mette fine a un boicottaggio di fatto da parte dei reali britannici nei confronti dello Stato ebraico: finora le visite erano state rare ed erano avvenute soltanto in forma privata. Un viaggio attentamente calibrato, per non mettere un piede in fallo in quel campo minato che è la politica mediorientale. Ma che cela un segreto personale: l’omaggio alla bisnonna, la principessa Alice di Battenberg, la madre di Filippo, che è sepolta nel convento russo di Maria Maddalena a Gerusalemme Est. E che Israele onora come Giusta fra le Nazioni. Sono tante le memorie storiche che affollano questa visita. Nei trent’anni fra la fine della Prima guerra mondiale e la nascita di Israele la regione fu amministrata dai britannici. E i palestinesi hanno letto la tappa nei loro territori come le scuse di fatto per la Dichiarazione Balfour, il documento del 1917 con cui la Gran Bretagna gettò le basi per la creazione dello Stato ebraico. Ma intanto a Gerusalemme William alloggerà all’hotel King David, che era la sede dell’amministrazione britannica: e che fu oggetto nel 1946 di un sanguinoso attentato da parte dei terroristi ebraici che provocò quasi cento morti. A loro volta gli israeliani hanno trovato da ridire perché nel programma della visita Gerusalemme Est è elencata fra i territori occupati (come vuole il diritto internazionale): mentre loro considerano la città unica e indivisibile capitale del loro Stato. «Una visita non politica», l’hanno definita i portavoce di Buckingham Palace. Ma Israele ha spinto molto in questi anni per avere un reale sul proprio suolo: finora i funzionari di corte avevano cortesemente declinato, ma adesso in tempi di Brexit Londra ha bisogno di alleati all’estero. E utilizza i principi come ambasciatori del soft power. Sono tante le memorie personali che affiorano in questo viaggio. William in Giordania ha posato per una foto tra le rovine romane dove era stata scattata un’immagine di sua moglie Kate da bambina: lei aveva vissuto tre anni in quel Paese perché il padre si era trasferito lì per lavoro. Ma il momento più emotivo sarà giovedì mattina, l’ultimo giorno del viaggio: quando William andrà a portare il suo omaggio, e quello di suo nonno Filippo, sulla tomba della principessa Alice. Una donna sfortunata, dall’esistenza travagliata, ma alla quale il Duca d’Edimburgo è sempre rimasto legato. Alice di Battenberg, sorella di Lord Mountbatten, l’ultimo viceré d’India, era nata a Windsor, pronipote della regina Vittoria.

Immagine correlata

Era andata in sposa al principe di Grecia, ma quando la monarchia venne rovesciata finì in esilio a Parigi, all’epoca in cui il figlio Filippo era poco più che un infante. Alice venne presa ben presto da una crisi mistica, organizzava sedute spiritiche, sentiva le voci, sosteneva di essere in rapporto diretto con Gesù e i santi. Venne dichiarata pazza e internata in un manicomio in Svizzera. Riuscì a tornare in Grecia e durante la guerra, mentre le figlie erano tutte andate in sposa a gerarchi nazisti, lei aiutò gli ebrei a nascondersi dalle persecuzioni. Dopo il conflitto si fece suora e fondò un proprio ordine: prima di morire chiese di essere sepolta accanto alla zia sua ispiratrice, la granduchessa russa Elisabetta Feodorovna, che venne uccisa dai rivoluzionari e poi proclamata santa dalla Chiesa ortodossa. Alice morì nel 1969 e la sua salma fu traslata a Gerusalemme solo nel 1988: ma Filippo non potè assistere alla sepoltura, perché infuriava la prima intifada palestinese. Ora al suo posto sarà William a raccogliersi sulla tomba della principessa. Che in virtù del suo impegno a favore degli ebrei, Israele onora oggi fra i Giusti tra le Nazioni.

Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT