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Corriere della Sera Rassegna Stampa
23.02.2018 Può il primo quotidiano italiano riportare solo e sempre una unica versione dei fatti?
La linea anti-Bibi di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 23 febbraio 2018
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Il super orologio di Berlusconi e i guai di Bibi»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 23/02/2018, a pag.15 con il titolo " Il super orologio di Berlusconi e i guai di Bibi" la cronaca di Davide Frattini.

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I toni del corrispondente del Corriere da Israele, cronache regolarmente infettate da pettegolezzi e da accuse a Netanyahu con i verbi al condizionale, sono ormai di rigore, con in più le citazioni da Haaretz, il quotidiano arabo in lingua ebraica (così viene chiamato anche da chi lo legge per la sua versione  dei fatti che riguardano i palestinisti). Mai che Frattini senta la necessità di riportare le opinioni di chi sta dalla parte di Netanyahu, sia mai! Al diavolo la completezza dell'informazione, di quel Corriere neanche più l'ombra.

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Davide Frattini
 

Tony Blair ne ha ricevuti diciotto, il più prezioso di quelli regalati a George W. Bush valeva quasi 15 mila dollari, Putin ha messo al polso — tra gli altri —un ultrapiatto. Da presidente del Consiglio Silvio Berlusconi adorava donare orologi ai leader che incontrava, come il 2 gennaio del 2003 quando a Roma riceve Benjamin Netanyahu, allora ministro degli Esteri israeliano. In ricordo della stretta di mano gli consegna un Bulgari stimato sui 1.5oo euro, un cronografo che adesso imbarazza Netanyahu: è entrato nelle inchieste attorno al politico conservatore, capo del governo da nove anni. Nessun reato è contestato per l'orologio. L'episodio romano è stato riferito agli investigatori da Shlomo Filber per spiegare quali ordini imponga Netanyahu ai suoi assistenti. Il fedelissimo del premier ha accettato l'accordo propostogli dalla polizia: diventare testimone dell'accusa (per quello che è denominato Caso 4000) e ottenere l'immunità per i Il super orologio di Berlusconi eiguaidiBibi reati commessi. Da consigliere tocca a lui indicare il protocollo da seguire a Roma, il dono va depositato negli archivi di Stato. Quella sera sarebbe stato convocato nella camera del ministro che viaggia con la moglie Sarah: lei comincia a urlare, vuole che il regalo le venga ridato. «Ho risposto — sostiene Filber — che non era possibile, ormai era stato registrato. Bibi è rimasto in silenzio. Due settimane dopo mi ha licenziato». Netanyahu ha sempre sostenuto di essere stato lui a voler consegnare l'orologio. Chiamare il premier con il soprannome usato dagli amici non è bastato a proteggere Filber dalla furia di Sarah («ancora oggi per lei sono un reietto»). Continua però a coltivare il rapporto con il marito e in questi anni è diventato —così lo definiscono i giornali israeliani — la sua «scatola nera», fino alla nomina a direttore generale del ministero delle Comunicazioni. E per quel ruolo che la polizia lo ha arrestato: l'accusa è di aver concesso benefici milionari al gigante della telefonia Bezeq il cui proprietario avrebbe garantito in cambio articoli favorevoli al premier sui media da lui controllati.

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