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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.01.2018 Italiani brava gente? Una tesi contraddetta dalla storia
Ma la riprende ancora Nicola Caracciolo

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 gennaio 2018
Pagina: 19
Autore: Nicola Caracciolo
Titolo: «Non solo le leggi razziali, ricordiamo anche il coraggio degli italiani»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/01/2018, a pag. 19, con il titolo "Non solo le leggi razziali, ricordiamo anche il coraggio degli italiani", il commento di Nicola Caracciolo.

Il pezzo di Nicola Caracciolo è all'insegna dello slogan, contraddetto ormai in modo definitivo dalla ricerca storica, "italiani brava gente". Uno slogan che dovrebbe essere considerato come un inutile tentativo di nascondere i crimini del fascismo e delle leggi razziste del '38 e l'indifferenza di moltissimi di fronte alla Shoah.

Ecco l'articolo:

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Un libro che bene spiega le responsabilità dei criminali italiani durante la Shoah (Feltrinelli ed.)

 

 

La Giornata della Memoria ha riportato alla luce il comportamento degli italiani rispetto alle leggi di discriminazione anti ebraica che l’Italia fascista, sull’esempio della Germania di Hitler, aveva applicato nel nostro Paese. Leggi dure e dure discriminazioni. Gli ebrei che insegnavano all’uni-versità o nelle scuole del Regno vennero cacciati, furono espulsi dalle Forze Armate, dalle amministrazioni pubbliche e, «dulcis in fundo» , dal partito fascista. Qualche italiano, pochi per la verità, protestò; più numerosi furono quelli che, alla chetichella, espressero agli amici ebrei la loro solidarietà. Con prudenza, tuttavia. Dopotutto si viveva in dittatura e rare erano le opposizioni al Duce. Settanta anni sono passati da allora e resta l’impressione che la più parte degli italiani, in quella situazione, preferivano non esporsi. Nel 1986 mandai in onda su Rai2 un programma sul salvataggio degli ebrei da parte degli italiani, si chiamava Il coraggio e la pietà . Avevo due consulenti d’eccezione: lo storico Renzo De Felice e Daniel Carpi, israeliano di origine italiana che consacrò la sua vita di studioso alla analisi dei rapporti tra Italia e mondo ebraico negli anni della persecuzione e dello sterminio. L’Italia è un vecchio e complicato Paese. Al momento della promulgazione delle leggi razziali non c’è dubbio che da parte nostra la viltà si sprecasse. Quando ci si rese conto che il pericolo di genocidio, con la guerra, era imminente, molti italiani , non tutti — d’accordo —, si comportarono con coraggio. Nel mio programma, in due serate, quel coraggio era documentato con diverse storie che riguardavano addirittura organi dello Stato italiano e soprattutto, dopo l’8 settembre del ‘43, la massa della popolazione. La nostra diplomazia difese e aiutò spesso gli ebrei. Il ministero degli Esteri nominò responsabile, per i territori occupati dagli italiani in Francia, Iugoslavia e Grecia , un ambasciatore strettamente legato a Galeazzo Ciano, la cui moglie era ebrea. E con coraggio e decisione in innumerevoli circostanze questo ambasciatore difese gli ebrei minacciati di deportazione e di strage dai nazisti. Il governatore italiano in Grecia, Pellegrino Ghigi, si impegnò anche lui in difesa degli ebrei. Ma la parte più commovente di questa nuova solidarietà italiana era nel popolo. Migliaia e migliaia di ebrei, in parte italiani, in parte provenienti da Paesi dominati da nazisti, come scriveva Daniel Carpi, trovarono rifugio nelle case di povera gente, un po’ dovunque, campagne, città, conventi e così via. Da questo punto di vista l’Italia è il Paese europeo che più di ogni altro, nonostante le leggi razziali, protesse gli ebrei. Le celebrazioni della Giornata della Memoria affrontano soprattutto, giustamente, quanto c’è stato di vergognoso nel comportamento degli italiani allora. Chi si è comportato con coraggio e dignità merita tuttavia di non essere cancellato. La storiografia israeliana lo fa. Nel 1947 un gruppo numeroso di rifugiati ebrei per celebrare la nascita dello stato di Israele fece una manifestazione a Roma, di fronte all’Arco di Tito che fu filmata dalla Settimana Incom. Un grande cartello portava scritto «non dimenticheremo mai la generosità del popolo italiano».

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lettere@corriere.it

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