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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.12.2017 Shoah: testimonianze, ricerche e Pietre d'Inciampo
Cronaca di Alessia Rastelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 dicembre 2017
Pagina: 53
Autore: Alessia Rastelli
Titolo: «Nuovi messaggeri della memoria, i giovani a confronto con la Shoah»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/12/2017 a pag.53, con il titolo "Nuovi messaggeri della memoria, i giovani a confronto con la Shoah" il commento di Alessia Rastelli

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Alessia Rastelli               Liliana Segre

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"Al mio meravigioso papà che è il passato, e ai miei amati nipoti Edoardo, Davide e Filippo che sono il futuro». Con questa dedica Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, dove l'adorato padre e i nonni sono «diventati cenere nel vento», apre Fino a quando la mia stella brillerà (Piemme), il libro che ha scritto per i ragazzi con la giornalista e autrice Daniela Palumbo. Ai giovani, parlando ogni volta a migliaia di studenti, la testimone si rivolge da trent'anni, raccontando la sua storia. E ai giovani, chiamati a essere i messaggeri di domani, ponte tra l'orrore del passato e la speranza per il futuro, saranno indirizzate numerose iniziative organizzate nel periodo precedente e successivo al Giorno della Memoria, i127 gennaio, istituito per ricordare la Shoah.
A Milano Liliana Segre è presidente del Comitato per le «Pietre d'inciampo», grazie al quale l'iniziativa in memoria dei deportati razziali e politici nei campi di sterminio nazisti — nata in Germania nel 1995 per volontà dell'artista Gunter Demnig (1947) — è arrivata nella città lombarda. Sampietrini dalla superficie in ottone, su cui sono incisi nome e cognome del deportato, vengono deposti davanti alla casa in cui la vittima ha vissuto o in altri luoghi significativi della sua esistenza. Oggetti di «memoria diffusa» che, per la capacità di innestarsi nel tessuto urbano, possono raggiungere molte persone, inclusi i giovani. «Queste pietre sono pedine della memoria — nota Segre — ma perché non siano travolte dall'indifferenza e i ragazzi possano davvero inciamparvi, il ruolo degli insegnanti, e in generale degli adulti, è fondamentale».
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A Milano le prime sei pietre sono state posate il 19 gennaio 2017 mentre nel 2018 Demnig arriverà il 19 e 20 gennaio per installarne altre 26. L'iniziativa ha coinvolto negli anni diverse città d'Italia, tra cui Brescia, Genova, Reggio Emilia, Prato, L'Aquila. La prima, nel 2010, è stata Roma. Grazie all'impegno dell'architetto Adachiara Zevi e dell'associazione da lei fondata, Arte in memoria, nella capitale le pietre sono 226 e il 9 gennaio Demnig vi tornerà per posarne altre 11. In molti casi le scuole hanno partecipato all'iniziativa. A Milano prosegue l'attività degli alunni di terza media dell'Istituto comprensivo «Quintino Di Vona - Tito Speri», guidati dalla vicepreside Alessandra Minerbi. La cui squadra si è allargata: «Diversi ragazzi che avevano partecipato l'anno scorso sono ora alle superiori — spiega la docente — ma hanno voluto comunque continuare, unendosi ai compagni delle medie. Ci siamo così divisi in gruppi. Ciascuno, dedicato a una pietra, indaga su quanto accaduto a un deportato attraverso lettere, testimonianze, documenti d'archivio. Alcuni studenti fanno anche volantinaggio per le strade di Milano».
Tra le storie, c'è quella di Michelangelo Böhm, docente al Politecnico di Milano, deportato in quanto ebreo ad Auschwitz insieme con la moglie Margherita. Come antifascista fu invece arrestato Angelo Aglieri, impiegato nella segreteria degli illustrati del «Corriere della Sera», che morì nel 1944 nel campo di Flossenburg. Alcuni materiali, come la lettera di assunzione e un documento relativo all'arresto, sono stati forniti agli studenti dall'archivio storico del nostro giornale, custodito dalla Fondazione Corriere.
Tra i deportati politici, c'è anche Giuseppe Pagano, l'architetto della Bocconi, morto a Mauthausen nel 1945, la cui pietra verrà posata davanti all'università. «Mettere le storie in relazione con i luoghi è molto importante», spiega Minerbi, che vorrebbe farlo anche attraverso un sito Internet (disponibile per ora la pagina Facebook @pietredinciampo). «Mi piacerebbe trasmettere ai ragazzi che, prima di morire nei Lager, queste persone erano uomini e donne in carne e ossa: lavoravano, studiavano, costruivano Milano, la loro città, diventata poi luogo di esclusione per gli ebrei, comunità da informare, armare, chiamare alla rivolta per gli antifascisti». Anche a Roma e dintorni alunni e docenti contribuiscono all'iniziativa. «Partecipano innanzitutto alla posa delle pietre — spiega Annabella Gioia, nel comitato scientifico di Arte in memoria, e all'interno del progetto didattico che la affianca —: alcuni ragazzi suonano, altri leggono testi o raccontano le storie dei deportati. L'Istituto Rossellini, ad esempio, specializzato nell'audiovisivo, ci segue fin dall'inizio, realizzando immagini e video».
Anche in questo caso, alla cerimonia si unisce la ricerca. Come quella del liceo «Pacifici e De Magistris» di Sezze (Latina), che ha approfondito la storia di Margherita Bondl, morta ad Auschwitz: un lavoro diventato da poco un libro.
Ora che i superstiti stanno purtroppo scomparendo, anche il tema di come trasmettere diventa sempre più importante. «Dentro al Museo di Auschwitz — spiega Jadwiga Pinderska-Lech, che ne dirige la casa editrice — esiste dal 2005 un Centro di educazione sull'Olocausto e su Auschwitz rivolto soprattutto agli insegnanti. Tra i compiti, ha quello di preparare materiali per i docenti». Per ora sono solo in polacco e in inglese mentre in italiano esistono alcuni titoli della casa editrice, come la raccolta di poesie dei prigionieri, o dei letterati sulla Shoah, che arriverà nel 2018.

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Noemi Di Segni

«Il passaggio alle generazioni future — sottolinea Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) — è necessario e deve avvenire in modo opportuno. Spesso, ad esempio, si fanno paralleli con l'attualità ma anche questi vanno proposti con equilibrio». Un'idea recente è la Run for Mem, una corsa attraverso i luoghi della memoria, «verso il futuro». La prima si è svolta l'anno scorso a Roma, la seconda si terrà a Bologna il 28 gennaio. dl messaggio è che la vita continua ma sempre nella consapevolezza del passato, di quello che è stato», spiega Di Segni.
Nel 2018 il ministero dell'Istruzione tornerà inoltre a organizzare, in collaborazione con l'Ucei e con la Fondazione museo della Shoah, il viaggio degli studenti ad Auschwitz-Birkenau. Durerà un giorno in più perché i ragazzi visiteranno il Lager ma vedranno anche i coetanei polacchi. Un incontro di condivisione e consapevolezza tra futuri messaggeri.

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