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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 14/11/2017, a pag. 25, con il titolo "Dario Argento: 'Le sue dichiarazioni antisemite' ", la lettera di Furio Colombo e la risposta di Aldo Cazzullo.
Ecco lettera e risposta:
Caro Aldo, leggo sul Corriere del 13 novembre (pag. 19, "Molestie alle donne nel mondo dello spettacolo") questa frase detta da Dario Argento nel corso di un popolare programma Rai: «Asia non esce più di casa per paura di agenti israeliani, perché questa è gente che spara, è gente che minaccia, sono persone pericolosissime (...) Asia teme per la propria vita e per quella dei suoi figli». La ragione che ha provocato questa dichiarazione di panico è che il molestatore denunciato da Asia Argento, Harvey Weinstein, noto produttore di Hollywood, è ebreo. E da ebreo ha certo messo in moto la vendetta dei servizi israeliani, pronti a dare la caccia a chiunque, nel mondo, tocchi un ebreo. È il complotto rivelato, con l'efficacia dimostrata dalla storia e dalla Shoah, da Adolf Hitler nel suo libro Mein Kamp. E, prima di lui, dai celebri e falsi Protocolli dei Savi di Sion. Dopo l'adesivo di Anna Frank, ecco un altro episodio di antisemitismo grave e gratuito. Furio Colombo
Caro Furio, le dichiarazioni di Dario Argento mi ricordano il titolo di un film anni 70: «Tre passi nel delirio». Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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