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Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/03/2017, a pag.29, con il titolo "Se l'affare Dreyfus torna d'attualità", il commento di Gian Antonio Stella.
E l'affare Dreyfus? È un peccato che, nel turbinio di altri eventi, sia scivolata via la minaccia di Marine Le Pen agli ebrei con passaporto doppio, francese e israeliano: «Chiedo loro di scegliere. Ciò non significa che, se non optano per la nazionalità francese, debbano andarsene dalla Francia. La Francia ha la possibilità di accogliere sul suo territorio, anche a lungo, gente straniera». Certo, di reazioni ce ne sono state. Pochi, però, hanno ricordato «perché» quella frase in bocca alla figlia del vecchio Jean Marie (che ha definito due anni fa le camere a gas naziste un «dettaglio della storia») fosse insopportabile. Perché toccava un nervo scoperto da molto tempo: il complotto, il processo-farsa e la condanna di Alfred Dreyfus, l'ufficiale francese ebreo accusato a fine'800 di tradimento e rapporti col nemico prussiano proprio perché i razzisti mettevano in dubbio la sua fedeltà alla Francia in quanto ebreo. Un caso vergognoso. Che scosse la III Repubblica e fu sanato solo dopo 12 anni di calvario e di galera del poveretto, grazie al memorabile «J'accuse» di Emile Zola. Per inviare al Corriere della Sera la propria opinione, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@corriere.it |
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