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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.12.2016 In Israele 80 anni dopo Toscanini
Intervento di Riccardo Muti, che dirigerà la Filarmonica dello Stato ebraico

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 dicembre 2016
Pagina: 1
Autore: Riccardo Muti
Titolo: «In Israele 80 anni dopo Toscanini»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/12/2016, a pag. 1-45, con il titolo "In Israele 80 anni dopo Toscanini", l'intervento di Riccardo Muti.

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Riccardo Muti

Nel dicembre del 1936 Arturo Toscanini, su invito del grande violinista Bronislaw Huberman, giunse a Tel Aviv per dirigere il primo concerto dell’appena nata Orchestra di Palestina, oggi Filarmonica di Israele. A distanza di ottant’anni esatti, la gloriosa Istituzione celebrerà quell’avvenimento eseguendo lo stesso programma ideato dal grande Maestro: Rossini Sinfonia da «La Scala di Seta», Brahms Seconda Sinfonia , Schubert Sinfonia Incompiuta , Mendelssohn Notturno e Scherzo dal «Sogno di una Notte di mezza estate», Weber Ouverture da «Oberon».Toscanini, sempre più attivo nella lotta contro il fascismo, diresse gratuitamente quei primi concerti, eseguiti da musicisti ebrei, che dall’Europa centrale erano fuggiti per evitare la persecuzione nazista. Albert Einstein dagli Stati Uniti, dove era esule, scrisse al Maestro: «Sento il dovere di dirLe quanto La ammiri e la veneri» e, poco dopo, «L’esistenza di un simile contemporaneo cancella molte delle delusioni, che si devono continuamente subire da parte della species minorum gentium ».

Questo gesto di altissimo valore morale da parte del grande Direttore fu salutato con immensa gratitudine da tutte le comunità ebraiche e dalle genti di buona volontà del mondo intero. Toscanini portava, oltre alla sua impareggiabile Arte interpretativa, il senso altissimo di libertà, di dignità umana e di uguaglianza sociale. Il suo rifiuto di eseguire al Teatro Comunale di Bologna la Marcia Reale e Giovinezza, all’inizio di un programma per la commemorazione di Giuseppe Martucci, gli procurò un’aggressione da parte di fascisti infuriati per il suo diniego. Il concerto non ebbe mai luogo e la locandina di quell’evento giace nell’archivio del teatro bolognese, come monito severo a quanti abbiano idee liberticide o la memoria del passato offuscata. Quando ero direttore musicale dell’Orchestra di Philadelphia avevo nella fila dei violini un musicista, che aveva partecipato a quel primo concerto in Tel Aviv. Il suo nome era David Grunschlag ed era stato uno dei fondatori dell’orchestra israeliana e, successivamente, il suo primo violino. Io lo conobbi bene, perché egli fu membro dell’Orchestra di Philadelphia fino al giorno del suo ritiro nel 1984.

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Arturo Toscanini

È interessante il racconto sulle prime prove di Toscanini con la nascente formazione. Sembra che il Maestro, salito sul podio senza discorsi retorici, annunciando semplicemente: «Sinfonia di Brahms», non abbia avuto durante la prova alcuna di quelle particolari reazioni di ira o fastidio, che lo avevano reso famoso nel mondo. I musicisti credettero che, forse, il grande Direttore non fosse particolarmente coinvolto o non avesse una seria considerazione di essi; si trattava, in ogni caso, di validi artisti, che provenivano da prestigiose orchestre europee.

Alla terza prova il Vulcano esplose, contrariato da qualche imperfezione e l’intera Orchestra reagì felice alle grida di rimprovero. In seguito agli avvenimenti politici in Austria nel 1938, mentre continuava a dirigere altri concerti in Israele, Toscanini aveva rinunziato a partecipare al Festival di Salisburgo. A questo proposito desidero ricordare alcune frasi di una lettera scritta al Maestro da Gaetano Salvemini, uno dei più celebri fuoriusciti antifascisti, che in quegli anni insegnava all’Università Harvard: «Bisogna che Le scriva per dirle la mia emozione, ammirazione, riconoscenza, entusiasmo per la nuova prova di generosità e di carattere che Ella ha dato, rifiutando di andare a Salzburg. In questi anni borgiani Ella è la sola persona, la cui luce morale rimane immobile nell’universale bassezza. Ella è il solo, che sia rimasto sempre fedele alla bella e pura tradizione dell’anima italiana».

Oggi la Filarmonica di Israele è una delle grandi anime culturali di quel Paese e dopo ottant’anni di Musica nel mondo celebra la sua Storia, la sua Vita, la sua Luce. Toscanini diede il primo respiro a quei suoni che ancora oggi ci avvolgono e ci portano messaggi di Bellezza assoluta, in un mondo che desideriamo di Pace e di Fratellanza fra tutti i popoli. Ho ricevuto dai musicisti di quell’Orchestra l’invito a dirigere il 20 dicembre lo stesso programma che ottant’anni fa Toscanini eseguì. Sarà per me un grande onore.

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lettere@corriere.it

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