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Corriere della Sera Rassegna Stampa
12.10.2016 Giorgio Nissim, storia di un eroe
Recensione di Alfredo De Girolamo

Testata: Corriere della Sera
Data: 12 ottobre 2016
Pagina: 14
Autore: Alfredo De Girolamo
Titolo: «Giorgio Nissim, la forza dell'arguzia contro il nazismo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA - FIRENZE di oggi, 12/10/2016, a pag. 14, con il titolo "Giorgio Nissim, la forza dell'arguzia contro il nazismo", l'auto- recensione di Alfredo De Girolamo.

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La copertina (ed. Giuntina)

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Alfredo De Girolamo

Prima di parlare di Giorgio Nissim e del libro alla sua memoria, di questo straordinario uomo, vorrei brevemente accennare al fatto che il volume è frutto di una collaborazione progettuale con la casa editrice Giuntina. Ed è il suo editore Daniel Vogelmann ad aver voluto pubblicare la storia di un uomo coraggioso, generoso, ebreo, pisano che in uno dei momenti più bui della Seconda Guerra Mondiale scelse di mettersi al servizio degli altri: «Un detto chassidico sostiene che una piccola luce dissolve una grande oscurità». Solidarietà e coraggio sono per Vogelmann gesti commoventi, accendendo una luce che dissolve l'oscurità. E Giorgio Nissim, la sua storia di integrità morale, il suo essere un eroe semplice è veramente una luce solare, splendida e commovente.

Nell'Italia occupata dai nazi-fascisti con la cattura dei vertici della Delasem toscana — acronimo di Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei — Nissim si trovò a diventare l'unico punto di riferimento dell'organizzazione nella nostra regione, in quel periodo crocevia di ebrei in fuga dal nord Europa e dai lager. Nissim cambiava spesso identità. Una corsa contro il tempo e le «belve feroci» del Reich per salvare vite, organizzare la rete di assistenza messa in piedi insieme ad altri angeli, poi molti diventati Giusti. Correva da una parte all'altra del centro Italia, con un pizzico di fortuna scansava bombardamenti e rastrellamenti, era un instancabile staffetta. L'obbiettivo dei viaggi di Nissim era procurare i documenti falsi ad ebrei in fuga: «Giorgio era partito da Firenze con trenta fotografie. Doveva ottenere altrettante carte d'identità false».

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Giorgio Nissim

In meno di due anni di attività segreta, Nissim salvò centinaia di vite umane dalla fucilazione o dall'internamento nei campi di sterminio, solo ed esclusivamente ricorrendo, oltre che alla rete meticolosamente organizzata, all'arguzia, e mai a quella violenza da lui rifiutata per tutta la vita. Come ricorda orgogliosamente il figlio Piero, in quegli anni Giorgio non sparò mai un colpo, mai fece ricorso ad azioni di forza. Al massimo, con la mano celata nella tasca del suo cappotto, se necessario mimava la forma di una rivoltella per esortare eventuali nemici a darsela a gambe.

«Nelle sue visite a Pisa Nissim andava sempre vestito come un contadino, con un paio di pantaloni consunti. Si era anche fatto crescere dei baffi ed avvolto in un tabarro nero.... ma nessun travestimento avrebbe potuto nascondere le lacrime quando Giorgio seppe che Pardo Roques era stato trucidato». Fucilato nell'Agosto del 1944, insieme alla famiglia Gallichi e al personale domestico, dalle SS che poi saccheggiarono l'abitazione in via Sant'Andrea. Dove è presente una targa commemorativa di quel terribile evento. Poco lontano, da qualche giorno, nella via Santa Marta al numero 90, a due passi da piazza delle Gondole, è stata posta dal Comune di Pisa una targa che ricorda Giorgio Nissim. Un «eroe silenzioso» sempre dalla parte dei perseguitati, che un po' per caso, un po' per scelta, si comportò in modo straordinario ed esemplare.

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