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Corriere della Sera Rassegna Stampa
13.08.2016 Iran: migliaia di morti, fosse comuni, ecco la verità
Commento di Viviana Mazza

Testata: Corriere della Sera
Data: 13 agosto 2016
Pagina: 12
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «La vendetta postuma dell'ayatollah ribelle, un audio svela i massacri del 1988»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 13/08/2016, a pag.12, con il titolo " La vendetta postuma dell'ayatollah ribelle, un audio svela i massacri del 1988 ", il commento di Viviana Mazza.

Il pezzo di Viviana Mazza va elogiato perchè coraggioso. In Italia scrivere la verità sull'Iran è tabù. Il Corriere fa eccezione, l'applauso è meritato.

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Viviana Mazza                            ayatollah H.Montazeri


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non essendoci immagini delle fosse comuni...

Era il 9 agosto del 1988. Quattro membri della «commissione della morte» di Teheran si riunirono nella casa del ayatollah Hossein Ali Montazeri, che allora era il «vice» della Guida Suprema Khomenei. «Il più grande crimine della Repubblica Islamica è accaduto nel vostro nome. La Storia ci condannerà e vi ricorderà come i più grandi criminali», li apostrofò Montazeri.
Erano passati 20 giorni dall'inizio delle esecuzioni dei prigionieri politici nelle carceri iraniane: in 5 mesi, migliaia di morti, incluse donne e minori. Il vero numero resta ignoto. Ma il regime non ha mai ammesso quei massacri, che hanno ricevuto scarsa attenzione all' estero. Il 9 agosto di quest'anno, però, una prova concreta è spuntata: una registrazione audio in cui per la prima volta si sentono le voci dei partecipanti a quell'incontro di 28 anni fa è stata postata sul web dal figlio dell'ayatollah, Ahmed.
Si è sempre saputo che Montazeri era stato l'unico a opporsi ai massacri, e questa è una delle ragioni per cui fu costretto a dimettersi e, alla morte di Khomeini nel 1989, Il posto di Guida Suprema andò a Khamenei.
Sono state scoperte delle fosse comuni e Montazeri ha pubblicato nelle sue memorie l'ordine emanato da Khomeini in persona, oltre alle proprie lettere di protesta e ai nomi dei 16 «commissari» che sovrintendevano alle esecuzioni. I responsabili hanno sempre negato tutto. Ma ora possiamo sentire le loro voci.
L'audio corrobora quanto Montazeri ha sempre sostenuto e rivela anche aspetti ignoti: si è sempre detto che le esecuzioni furono una risposta agli attacchi dei Mojahedin del Popolo, partito politico-militare che aveva defezionato e combatteva in Iraq al fianco di Saddam Hussein contro i connazionali (un gruppo tuttora odiato in Iran).
Ma Montazeri, che pure aveva perso un figlio per mano loro, afferma che le esecuzioni erano state pianificate in precedenza.
Nell'audio gli «ospiti» di Montazeri confessano di «lavorare» a volte fino alle11 di sera negli interrogatori dei prigionieri. L'intelligence ha costretto suo figlio a rimuovere il link, ma molti iraniani hanno scaricato l'audio.
Le famiglie delle vittime chiedono un'inchiesta. «Molti responsabili occupano ancora posizioni chiave nel governo — dice Mahmood Amiry-Moghaddam di Iran Human Rights —.II ministro della Giustizia di Rouhani, Mustafa PourMohammadi, era uno dei quattro della commissione della morte di Teheran».
Montazeri è morto agli arresti domiciliari, dopo aver difeso le proteste di piazza del 2009, ma è tornato dalla tomba a chiedere giustizia.

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lettere@corriere.it

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