venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.05.2016 Romeo e Giulietta vietati a Gaza: 'Contrari all'islam'
Analisi di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 maggio 2016
Pagina: 17
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Se a Gaza censurano Romeo e Giulietta: 'Invita a ribellarsi'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/05/2016, a pag. 17, con il titolo "Se a Gaza censurano Romeo e Giulietta: 'Invita a ribellarsi' ", l'analisi di Davide Frattini.

Romeo e Giulietta sono le ultime vittime della censura islamica imposta dal regime fondamentalista di Hamas a Gaza. L'opera di Shakespeare sarebbe "contraria all'islam". Questa è la realtà quotidiana sotto il regime dei terroristi che dominano la Striscia.
Anche in Italia Shakespeare viene usato malamente, però in funzione anti-Israele, vedi link: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=61707

Ecco l'articolo:

Immagine correlata
Davide Frattini

Immagine correlata
Romeo e Giulietta

Quando Giulietta s’innamora di Romeo ha 14 anni, tre meno di Hiba che adesso sta seduta nell’ufficio della preside e spiega perché lei e le altre compagne hanno deciso di appoggiare la protesta della professoressa di inglese. Porta il velo come l’amica Ranin. Una parla, l’altra annuisce, tutte e due arrossiscono. Sono al penultimo anno di questo liceo femminile nel centro della città di Gaza, quartiere meno immiserito dove abita quel poco di classe media che l’economia pericolante della Striscia ha prodotto. Spiega che «Giulietta e Romeo» è inappropriato, non che l’abbia letto tutto, le è bastato sfogliarlo, di più sarebbe stato «peccato». Perché la storia dei due fidanzati di Verona «è contraria alle nostre tradizioni, non rispetta l’islam». Peggio — interviene Jihan al Okka, la professoressa di inglese — «incita i ragazzi a ribellarsi alla famiglia, a non rispettare la volontà degli adulti». Così ha cancellato il dramma di William Shakespeare dalle lezioni, quest’anno sarebbe rientrato nel programma nazionale palestinese, anche gli allievi e gli insegnanti degli altri istituti sono d’accordo con lei. L’età del consenso per le ragazze di Gaza è 17 anni, spesso i genitori le obbligano a sposarsi più giovani (il 35% dei casi su 17 mila unioni registrate nel 2012).

Immagine correlata
Terroristi di Hamas

Matrimoni combinati come quello che era stato deciso per Giulietta, famiglie che si mettono d’accordo davanti al tè con la menta, quasi sempre per ragioni economiche. «Sono parte della nostra cultura — continua Jihan — e non possiamo instillare in queste adolescenti l’idea che siano un’imposizione sbagliata. All’università è diverso, sono più mature, lì potranno leggere quello che vogliono». All’università, per quelle che riescono a iscriversi, sembra già tardi: gli sposalizi forzati a quel punto sono stati decisi. Dopo le lettere spedite al governo di Ramallah, quelli che sono i Montecchi e i Capuleti palestinesi hanno deciso di seguire strade separate anche nell’educazione: gli studenti nella Cisgiordania dominata dal Fatah del presidente Abu Mazen hanno affrontato «Romeo e Giulietta»; nelle classi della Striscia militarizzata dai fondamentalisti di Hamas hanno letto «Re Lear». Commenta la professoressa: «Le scene di violenza sono truculente è vero e quando muore Cordelia hanno pianto. Ma la fine di Goneril e Regan insegna che cosa succeda a non rispettare il padre. In Romeo e Giulietta c’è troppa sensualità, lo so quelle di Shakespeare sono parole, però tornati a casa in un attimo i ragazzi possono scaricare il film con Leonardo Di Caprio».

Gli insegnanti raccontano anche di essere preoccupati dall’«esaltazione del suicidio», in questi mesi la disperazione avrebbe spinto sette persone ad ammazzarsi, una ventina ci ha provato, la disoccupazione tra i giovani raggiunge l’80%. Così gli autori dello spettacolo teatrale che va in scena da un mese al centro culturale Al-Mis’hal hanno scelto di cambiare il finale: più che liberamente ispirato a Shakespeare, Romeo e Giulietta diventano Yusef e Suha — lui di Hamas, lei di Fatah appunto — per raccontare l’astio inconciliabile tra i due partiti. Eppure sembra andare peggio, anche senza il sacrificio di coppia. Yusef fugge dall’embargo economico imposto da Israele attraverso i tunnel scavati nel deserto a sud della Striscia e sparisce con il barcone di migranti su cui sta attraversando il Mediterraneo, le due famiglie non si riconciliano, continuano a combattersi. «Non c’è speranza sul palcoscenico — dice il regista Abu Yassin — perché non esiste nelle nostre vite».

«Almeno Shakespeare riunisce i genitori nel dolore, è catartico», reagisce Rifaat Alareer che insegna letteratura inglese all’università di Gaza. Questo giovane professore che gli altri docenti preferirebbero non incrociare ogni mattina nelle aule è rimasto incastrato nella Striscia alla fine dei 59 giorni di guerra con Israele tra il luglio e l’agosto del 2014. Era tornato per una visita ai parenti, gli egiziani non gli danno più il permesso di attraversare la dogana a Rafah, stava studiando per il dottorato — «la sfida alle opinioni comuni nelle poesie di John Donne» — in Malesia. Sfida è la parola che ripete di più ed è quella che più gli contestano i colleghi in un ateneo e una cultura locale dove ai padri non si disubbidisce e i padri non disubbidiscono ai padroni di Hamas. «Shakespeare va letto da giovani proprio perché è un invito a sfidare le regole, gli adulti, i professori, chi ha il potere. Sono sorpreso che qui a Gaza preferiscano Re Lear , dove si scopre che il vero saggio è il Fool e il buffone pazzo è invece il re».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT