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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.07.2015 Angelo Fortunato Formiggini, editore geniale vittima delle Leggi razziali
Lo racconta Sergio Romano, per una volta senza disinformare

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 luglio 2015
Pagina: 45
Autore: Sergio Romano
Titolo: «Formiggini, editore geniale apologo del relativismo»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/07/2015, a pag. 45, con il titolo "Formiggini, editore geniale apologo del relativismo", la risposta di Sergio Romano alla lettera di Andrea Sillioni.

Anche gli orologi guasti due volte al giorno segnano l'ora giusta. Questo è il caso dell'articolo di Sergio Romano che ripubblichiamo oggi: racconta la storia di uno dei più originali protagonisti dell'editoria italiana del primo Novecento.

Ecco lettera e risposta:

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Sergio Romano

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Angelo Fortunato Formiggini

 In un articolo sul magazine Sette di qualche settimana fa, dove veniva ricordata l’editrice Elvira Sellerio e un libro scritto in suo ricordo, si accenna alla figura dell’editore Angelo Fortunato Formiggini. Potrebbe darmi qualche informazione sul personaggio che duellò intellettualmente con il ministro Gentile e con alcuni esponenti del neonato regime fascista?

Andrea Sillioni
a.sillioni@yahoo.it

Caro Sillioni,
I duelli intellettuali di Formiggini furono numerosi, ma raramente provocati da divergenze politiche. Per il fascismo, in particolare, manifestò interesse e simpatia: un atteggiamento che spiega l’amarezza con cui reagì alle leggi razziali e il suo suicidio il 29 novembre 1938. In un breve profilo per il suo Dizionario degli italiani illustri e meschini, Giovanni Ansaldo descrisse la sua morte (si gettò dalla Ghirlandina di Modena, una torre alta più di cinquanta metri) e aggiunse che la notizia di una fine così atroce, «diffusa, nonostante il silenzio imposto alla stampa, produsse in Italia una commozione assai viva tra i molti che conoscevano il Formiggini; e un senso di dolorosa perplessità in tutti. Fu, quello del Formiggini, il suicidio più famoso del Ventennio».

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La Ghirlandina di Modena

Ho già parlato in altre occasioni del suo straordinario lascito editoriale. La collana dei Classici del ridere conta 105 volumi, dal Decamerone di Boccaccio a Tartarino sulle Alpi di Alphonse Daudet. Quella dei Profili ne conta 129 ed è una straordinaria galleria umana da Botticelli a Darwin, da Rossini a Marx, da Galileo a Tolstoj. Quella delle Medaglie ne contiene soltanto dodici, ma fra queste vi sono Stravinskij di Alfredo Casella, Trilussa di Silvio D’Amico, Einstein di Mario Pantaleo, Loisy di Ernesto Buonaiuti e Mussolini di Giuseppe Prezzolini.

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L'anuncio delle Leggi razziali (1938)

Una delle sue idee più brillanti fu quella di pubblicare una collana di Apologie delle grandi fedi e dei loro maggiori avversari. Uscirono così, fra il 1924 e il 1928, undici volumi dedicati, rispettivamente, all’ebraismo, al cattolicesimo, al paganesimo, al protestantesimo, al buddismo, all’ateismo, all’islamismo, allo scetticismo, allo spiritualismo, al positivismo, al parsismo. Gli autori erano teologi, filosofi, storici. La collana fu un monumento al relativismo e non piacque quindi all’ Osservatore Romano . Ma le parole con cui Formiggini la annunciò al pubblico restano attuali: «Farò una collezione di Apologie di tutte le principali religioni per aprire gli occhi all’umanità, che sta tuffandosi a capofitto in un nuovo fervore mistico, affinché questo fervore valga ad affratellarla di più, non a separarla in più profonde correnti di odio».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

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