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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.05.2015 Pedofilia legale: anche questo è l'islam
Cronaca di Sara Gandolfi

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 maggio 2015
Pagina: 16
Autore: Sara Gandolfi
Titolo: «La ragazzina del Pakistan che si oppone alle leggi tribali per salvare le spose bambine»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/05/2015, a pag. 16, con il titolo "La ragazzina del Pakistan che si oppone alle leggi tribali per salvare le spose bambine", la cronaca di Sara Gandolfi.

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Sara Gandolfi, Hadiqa Bashir

Hadiqa Bashir non ci prova neppure a nascondere alle telecamere il suo viso adolescente e solare, avvolto da un velo con i fiori rosa, come fanno invece le altre ragazze di questa vallata del Pakistan, al confine con l’Afghanistan. A marzo è comparsa sugli schermi di una tv locale, poi ha concesso un’intervista alla Bbc, messa online ieri. E il suo viso tondo è diventato virale in tutto il mondo. «Una mia compagna si è sposata al sesto anno di scuola (la nostra prima media, a 11 anni, ndr ) — racconta —. All’inizio eravamo tutti felici ma dopo ho visto quanto soffriva. E ho capito quante altre bambine come lei avrebbero sofferto». È partita così la sua campagna contro i matrimoni precoci. Hadiqa ha solo 14 anni e anche se non parla della sua più famosa connazionale, la vincitrice del premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, sa bene di muoversi sulla scia di quella coraggiosa studentessa ferita alla testa tre anni fa perché osò sfidare i talebani.

«Questa è una società patriarcale, alle ragazze non vengono riconosciuti diritti fondamentali — spiega Hadiqa —. Io cerco di diffondere la consapevolezza ovunque posso, specialmente con i genitori. Non è facile».

È difficile perché in Pakistan maritare una figlia ancora adolescente, se non bambina, è considerato normale, soprattutto nelle aree rurali com’è la valle dello Swat, nel nord-ovest del Paese, dove vive Hadiqa. Serve a risolvere dispute, a riscattare un terreno o, semplicemente, a fare un po’ di soldi, e nelle zone tribali è ancora usuale, seppur fuorilegge, la pratica Vani , sorta di punizione decretata dal consiglio di anziani, o Jirga , che obbliga le ragazzine alle nozze come risarcimento per un danno o crimine commesso da un parente. Spronata dai suoi stessi genitori, attivisti per i diritti civili, Hadiqa tutti i pomeriggi dopo la scuola fa il giro della comunità, casa per casa: raccoglie i racconti delle spose bambine e tenta di convincere i genitori di altre ragazzine a mandarle a scuola, piuttosto.

Nel video della Bbc compare Shabana, costretta a sposarsi a 12 anni, che racconta i maltrattamenti e le percosse subiti nella famiglia del marito. «Sono scappata varie volte, ma i miei genitori mi hanno sempre restituito». «Quel che è fatto è fatto, ma non farò lo stesso errore una seconda volta», replica la madre di Shabana, che promette di non sacrificare la figlia più piccola, che ha 7 anni e gioca ignara del destino che potrebbe attenderla.

Ogni statistica, in questo campo, è in difetto perché i matrimoni precoci vengono celebrati da imam locali e non vengono di norma registrati. Ma secondo le stime di Save the Children, il 40% delle spose pachistane ha meno di 18 anni e l’8% di queste diventa madre fra i 15 e i 19 anni. Costrette a figliare, e a rischiare la vita, al posto di giocare. Lo scorso anno il Parlamento pachistano ha respinto un progetto di legge sulla spinosa questione, ma alcune province hanno iniziato a muoversi da sole: il Sindh ha vietato le nozze sotto i 18 anni; il Punjab, pur mantenendo il limite nazionale dei 16 anni, ha invece esteso la punibilità anche agli imam celebranti, che assieme ai genitori degli sposi ora rischiano fino a sei mesi di carcere, e una multa salata.

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lettere@corriere.it

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