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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.04.2015 La Turchia di Erdogan stringe accordi con Teheran: ecco l'asse del terrorismo islamico
Commento di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 aprile 2015
Pagina: 21
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Il filo di Erdogan tra Iran sciita e mondo sunnita»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 09/04/2015, a pag. 21, con il titolo "Il filo di Erdogan tra Iran sciita e mondo sunnita", il commento di Lorenzo Cremonesi.


Lorenzo Cremonesi


Turchia e Iran stringono accordi

Gli interessi economici prima di tutto. Prima delle differenze ideologiche e religiose, prima di quelle strategiche e persino dei gravi contrasti che continuano a infiammare il Medio Oriente. È un inno al pragmatismo disincantato la visita che Recep Tayyp Erdogan ha compiuto due giorni fa a Teheran.

Era stata programmata da tempo, ma gli eventi delle ultime settimane parevano aver spalancato fossati insormontabili. A fine marzo il presidente turco aveva accusato l’Iran di «voler dominare lo Yemen», quando i miliziani sciiti delle tribù Houthi avevano lanciato la loro offensiva verso Aden. Fornendo il suo pieno sostegno alla scelta saudita di creare una coalizione di Stati sunniti che bombardassero le colonne Houthi, Erdogan aveva addossato all’Iran la responsabilità della destabilizzazione regionale criticando anche le sue interferenze in Iraq e Siria volte a garantire gli sciiti locali e il regime di Bashar Assad.

Il ministro degli Esteri iraniano Zarif gli aveva risposto per le rime con toni da Guerra Fredda, che ricordano inimicizie storiche e il braccio di ferro tra ottomani e persiani. Pure, martedì alle accuse sono subentrate calorose strette di mano. Erdogan ha guardato avanti, valutato le prossime ripercussioni dell’accordo sul nucleare iraniano e la prospettiva della fine dell’embargo internazionale. Un accordo che significa il rientro in gioco dell’Iran dai tempi della rivoluzione khomeinista del 1979. Risultato: la firma di nuove intese economiche, soprattutto per l’import del gas iraniano a basso prezzo, fondamentale per l’industria turca. Meglio farlo adesso con un Iran ancora debole, che più tardi, quando sarà saldamente sul mercato.

Oggi l’interscambio tra i due Paesi vale 14 miliardi di dollari. Erdogan e il presidente Hassan Rouhani si sono promessi di raddoppiarlo «il prima possibile». «Non mi importa di sciiti o sunniti, mi interessa la pace tra i musulmani», ha dichiarato il turco. Un duro colpo per Riad, dove il neo-monarca Salman sperava di avere in lui un fedele alleato in difesa della causa sunnita. Il passo di Erdogan scompiglia le carte, ma apre anche a nuove possibilità di compromesso.

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lettere@corriere.it

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