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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.03.2015 Mogherini 'protagonista a Cuba'?
Chissà se almeno si è informata sulla storia recente dell'isola...

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 marzo 2015
Pagina: 20
Autore: Sara Gandolfi
Titolo: «'Europa protagonista a Cuba': Mogherini apripista all'Avana»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/03/2015, a pag. 20, con il titolo " 'Europa protagonista a Cuba': Mogherini apripista all'Avana", la cronaca di Sara Gandolfi.

Federica Mogherini protagonista a Cuba? Chissà se almeno si è informata sulla storia recente dell'isola, avrà letto un riassunto sul regime comunista che da oltre cinquant'anni opprime Cuba? Oppure anche in questo caso mostrerà tutta la propria ignoranza, come già avvenuto per quanto concerne il Medio Oriente?

Ecco l'articolo:


Sara Gandolfi          Federica Mogherini


Raul e Fidel Castro

La sfida è ambiziosa: «abbattere l’ultimo muro della storia contemporanea» e far sì che l’Europa sia protagonista del processo di trasformazione a Cuba. Federica Mogherini, primo Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue a visitare l’isola, ha lasciato ieri l’Avana con grande soddisfazione, dopo una giornata fitta di colloqui ai massimi livelli, tra cui vari ministri e il presidente Raúl Castro. «Incontri eccellenti che hanno confermato la necessità che l’Unione Europea accompagni il processo di riforme economiche a Cuba e apra la strada ad investimenti importanti in vari settori, dal turismo alle energie rinnovabili», ha commentato. Una mano tesa che gli interlocutori cubani sembrano ben disposti ad accettare.

Il processo di actualizacion del socialismo, come lo ha definito Raúl Castro, che nel 2008 ha ereditato dal fratello Fidel la guida del Paese, necessita di 2.500 milioni annui di investimenti stranieri. Il modello di riferimento, come ha lasciato intendere ieri il ministro dell’Economia Marino Murillo Jorge, è quello vietnamita: cauta e graduale apertura alle privatizzazioni, per ora attraverso le micro-imprese a gestione familiare, e agli investitori esteri ma senza rinunciare ad un forte e più efficiente apparato economico statale e al sistema sociale d’impronta socialista. Nessun accenno, per ora, ad aperture democratiche. «La nostra volontà è di lavorare insieme», ha confermato il ministro degli Esteri Bruno Rodriguez Parrilla, che il 22 aprile ricambierà la visita a Bruxelles: «Sono convinto che se il processo di dialogo si svilupperà su un piano di eguaglianza sovrana e di mutuo rispetto arriveremo a un finale proficuo per tutti».

L’obiettivo dichiarato di Mogherini è accelerare i negoziati bilaterali in corso per giungere «entro la fine del 2015» ad un accordo politico e di cooperazione fra Unione Europea e Cuba. Processo avviato nel febbraio dell’anno scorso e ripreso con rinnovato impulso dopo lo storico annuncio in dicembre del disgelo fra Cuba e Usa. Se da un lato infatti l’Europa plaude all’apertura del dialogo fra i due ex nemici, e anzi punzecchia Washington a muoversi rapidamente — «non c’è alcuna ragione perché resti in vigore l’embargo», ha ribadito Mogherini — dall’altro il messaggio lanciato ieri dall’Alto rappresentante è chiaro: «Siamo amici di Cuba da 25 anni, il primo partner commerciale e il principale investitore straniero. La nostra relazione è e resterà molto forte».

Il primo, tangibile segnale è stata la ratifica congiunta con il ministro del Commercio Estero Rodrigo Malmierca Diaz di un pacchetto di finanziamenti per la cooperazione da 50 milioni di euro, già varato dall’Ue per il periodo 2014-2020, e la proposta di un nuovo possibile canale di investimenti attraverso il Life, lo strumento finanziario dell’Ue per l’ambiente. Anche i Paesi europei più refrattari ad un intesa con l’ultimo regime comunista dell’America latina si sono infatti resi conto che la politica dei piccoli passi rischia di far loro perdere spazio, e appetibili occasioni economiche, negli scenari geopolitici che si stanno delineando nella regione. In fondo, Cina e Russia non stanno certo a guardare. In contemporanea con Federica Mogherini, è sbarcato all’Avana il ministro degli Esteri di Putin, Serghej Lavrov, preannunciando importanti investimenti.

Non stupisce, dunque, che la questione dei diritti umani sia rimasta ieri sullo sfondo. Se la politica è fatta anche di «chimica», il momento più alto della maratona diplomatica di Mogherini a Cuba è stato però l’incontro con il cardinale Jaime Ortega che ieri ha insistito per parlare in italiano, e a lungo, del ruolo della Chiesa cattolica, di riforme sociali ed economiche ma anche dei possibili sviluppi politici sull’isola, riservando parole di apprezzamento per l’atteggiamento molto più disponibile del nuovo Líder máximo Raúl.

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lettere@corriere.it

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