venerdi 19 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.03.2015 Monica Maggioni: forse è solo cecità mista ad arroganza e ignoranza
La intervista Maria Serena Natale

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 marzo 2015
Pagina: 16
Autore: Maria Serena Natale
Titolo: «La scelta di Monica Maggioni 'basta viedeo, occorre spezzare la narrazione dei jihadisti'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA del 28/02/2015, a pag.16, dal titolo "La scelta di Monica Maggioni 'basta video, occorre spezzare la narrazione dei jihadisti' ", l'intervista di Maria Serena Natale.

E' dalle risposte di Monica Maggioni che si capisce perchè l'informazione in Occidente ha perso la bussola. Maggioni, direttrice di RAINEWS24 e notoria antipatizzante di Israele, può persino essere in buona fede, per ignoranza e arroganza, quando sostiene che mostrare i video delle barbare esecuzioni fa il gioco dei terroristi. Intanto questi video non sono mai stati mostrati dagli schermi delle TV ufficiali. Per vederli occorreva andarli a cercare su internet, il che li riservava a una platea molto più ridotta. Mostrarli a tutti, questo avrebbe danneggiato l'immagine dell'islam terrorista, certo, l'orrore di quelle immagini avrebbe terrorizzato i bravi e pacifici telespettatori, ma, almeno, li avrebbe resi consapevoli dell'orrore visto e non soltanto raccontato. Nasconderli, così come chiamare con delle sigle - Isis, Is ecc. - l'islma terrorista, impedisce all'Occidente di valutare in pieno il pericolo che distruggerà le nostre società.
Purtroppo, Monica Maggioni interpreta un'opinione maggioritaria nell'informazione occidentale. Siamo come le tre scimmiette, che non parlano, non sentono e,soprattutto, non vedono. Così potremo continuare a vedere RaiNews24 senza indignarci: come invece dovremmo fare.

Ecco l'intervista:



Monica Maggioni

«Noi abbiamo deciso di fermarci oggi». Così la direttrice di Rai News Monica Maggioni ha annunciato che la sua testata non trasmetterà più i video diffusi dai terroristi, scelta maturata in un confronto redazionale che s'inserisce nel dibattito mondiale sul ruolo del giornalismo al tempo dell'Isis. La macchina della propaganda fondamentalista ha mostrato il fianco scoperto dei mezzi d'informazione colti di sorpresa dalla padronanza del linguaggio mediatico-spettacolare dei miliziani del Califfato percepito in Occidente come espressione di un anacronistico spirito anticrociato. Di fronte all'esecuzione del pilota giordano Muath Al Kasaesbeh, arso vivo in una gabbia, le maggiori emittenti americane si sono divise e l'unica a trasmettere il filmato integrale è stata Fox News.
Monica Maggioni, perché fermarsi ora?
«Perché quel messaggio ha raggiunto un livello di sofisticazione che impone al giornalista, in modo non più rinviabile, di riavocare a sé il ruolo di mediatore, riappropriarsi degli strumenti piegati al folle racconto della controinformazione degli estremisti. Dal punto di vista tecnico, nell'ultimo anno e mezzo la costruzione grafica e visiva delle loro pubblicazioni online si è enormemente evoluta. Dabiq per esempio, la rivista dello Stato Islamico, potrebbe essere edita dall'occidentale Condé Nast».
E l'evoluzione «tecnica» chiama i professionisti a riscrivere regole e confini dell'informazione.
«Il punto centrale non è alzare la soglia etica dell'attenzione rispetto alla violenza, che non è mal calata, ma interrompere la catena narrativa. Non si tratta semplicemente di oscurare le immagini raccapriccianti, come si è sempre fatto, ma di fermare la corsa di quelle immagini per destrutturare il messaggio dei terroristi».
Questo implica anche un maggiore sforzo di decodifica, come realizzarlo? «Raccontando di più, non di meno. Non censurando ma togliendo ai filmati il sottofondo musicale o quel logo che supererebbe l'esame di un nostro art director, scegliendo un frammento da contestualizzare, eliminando il dato spettacolare che li rende più simili a videogiochi o a un'opera di Ridley Scott che a un documento di morte. Perché alla fine, in riva al mare, i 21 cristiani copri muoiono davvero. È tempo che i registi dell'Isis trovino un altro pubblico». Oltre ad avere un forte impatt emotivo, il livello di professionalità aiuta a conquista alla causa jihadista «pe ale specializzato»?
Contribuisce a un modello di reclutamento rivolto a giovani non per forza emarginati e senza risorse, dice: "Non siamo primitivi digitali, unitevi a noi"». Crede che finora I mezzi d'informazione abbiano fatto il gioco dei terroristi? «La forza dell'Isis resta nella fascínazione esercitata da quel messaggio. Facciamo il loro  gioco quando cadiamo nella trappola delle parole e cediamo a un racconto che banalizza i fenomeni come le primavere arabe o individua nemici facili. Quando non ci obblighiamo ad approfondire, come nel caso dell'Iraq. Per otto anni abbiamo lasciato che il Paese sprofondàsse nello schema delle divisioni settarie voluto da Noun Al Maliki (premier dal 2006 al 2014, ndr), insostenibile per i sunniti. Abbiamo finto che non ci riguardasse, ci sbagliavamo».

Per inviare al Corriere della Sera la proipria opinione, telefonare:02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT