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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.11.2014 Amnesty International: ipocrisia e odio per Israele a prescindere
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 novembre 2014
Pagina: 19
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Amnesty accusa: 'Crimini avvenuti a Gaza'»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/11/2014, a pag. 19, con il titolo "Amnesty accusa: 'Crimini avvenuti a Gaza' ", la cronaca di Davide Frattini.

Amnesty International si conferma per l'ennesima volta una organizzazione monopolizzata dall'odio contro Israele. A Gaza sono avvenuti, e continuano ad avvenire, orrendi crimini che violano i più elementari diritti umani, ma il responsabile non è Israele, bensì Hamas, l'organizzazione trerroristica che da otto anni governa nel terrore la Striscia.
Eppure Amnesty International condanna Israele, dimenticando il terrorismo e il fondamentalismo islamo-fascista di Hamas.
Forse farebbe meglio a occuparsi del terrorismo palestinese contro Israele, condannando per esempio il ritrovamento nelle moschee edificate sul Monte del Tempio, a Gerusalemme, di armi, come potete vedere nelle foto qui sotto:


Amnesty International: ipocrisia al massimo

Ecco il pezzo:


Davide Frattini

Quarantanove pagine per documentare gli attacchi israeliani in cinquanta giorni di conflitto. I testimoni e le analisi degli esperti, le osservazioni di due volontari palestinesi casa per casa, distruzione per distruzione. Amnesty International ha cercato di ricostruire quello che è successo durante otto bombardamenti sulla Striscia di Gaza (104 morti, 59 tra loro sotto ai 18 anni), accusa l’esercito di crimini di guerra: «Ha dimostrato una dura indifferenza verso i civili». Hamas e le altre fazioni armate palestinesi sono menzionate nell’introduzione, vengono ricordati i lanci di razzi indiscriminati contro la popolazione nelle città dall’altra parte del confine. Per il governo israeliano la sproporzione sta qua, non nell’uso della forza da parte dei suoi generali: sta nella scelta dell’organizzazione per i diritti umani di concentrarsi sulle operazioni militari dello Stato ebraico, senza «citare i tunnel costruiti da Hamas per infiltrarsi in Israele e compiere attentati, senza usare la parola terrorismo. Ignorando la natura del nemico fronteggiato, il rapporto non contribuisce ad alimentare una discussione importante per risolvere il conflitto». Né Israele né l’Autorità palestinese guidata da Abu Mazen sono pronti a rispondere all’appello di Amnesty che invita entrambi ad aderire alla Corte penale internazionale dell’Aia per permettere un’inchiesta, temono le condanne. I palestinesi avevano annunciato di essere disposti a firmare lo Statuto di Roma, il ministro Esteri era stato inviato in Olanda, non è successo nulla. Il governo di unità nazionale tra Abu Mazen e Hamas non riesce ad andare d’accordo neppure sulla gestione della ricostruzione a Gaza (oltre 4 miliardi di euro promessi dai Paesi donatori) e sembra difficile possa prendere una decisione comune su un’iniziativa che rischia di portare a processo i leader fondamentalisti e gli altri capi delle fazioni a Gaza.

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lettere@corriere.it

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