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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.10.2014 Klinghoffer ucciso una seconda volta: Opera razzista e antisemita al Metropolian di New York
Cronaca di Massimo Gaggi

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 ottobre 2014
Pagina: 32
Autore: Massimo Gaggi
Titolo: «Va in scena la morte di Klinghoffer, MET assediato per l'opera criticata»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/10/2014, a pag.32, con il titolo "Va in scena la morte di Klinghoffer, MET assediato per l'opera criticata", di Massimo Gaggi.
Stupiscono gli atteggiamenti 'compromissori' di Abe Foxman, presidente dell'Anti Defamation League, e anche quello di Peter Gelb, direttore del Met, il quale ritiene "
che qualunque lavoro artistico dedicato a un conflitto deve esplorare le motivazioni di tutte e due le parti, senza per questo sostenere o giustificare i crimini commessi.". Allora, dear Mr Gelb, ricordiamo male, Leon Klinghoffer non era un passeggero ebreo in crociera, barbaramente assassinato dai terroristi palestinesi proprio prechè ebreo ? Era forse Klinghoffer una parte in causa ?
Abbiamo letto con piacere di quanti personaggi rappresentativi della città di New York stiano partecipando alle proteste davanti alla istituzione che Mr Gelb presiede. Ci dispiace che fra loro non ci sia Abe Foxman, forse dovrebbe cambiare il nome della organizzazione che presiede in " Quasi Anti Defamation League", per dirla all'italiana.


Leon Klinghoffer   Una scena dell'Opera   John Adams, l'autore


la protesta                       Metropolitan, NY City

Ecco l'articolo:

New York - Insieme agli attivisti dei movimenti ebraici, a due ex governatori, George Pataki e David Paterson, a diversi parlamentari repubblicani e democratici (da Peter King a Eliot Engel), ci sarà anche l'ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, domani, a guidare la protesta contro la prima di The Death of Klinghoffer, il controverso melodramma scelto dal Metropolitan per inaugurare la sua stagione operistica. Da giorni il celebre teatro è sotto assedio: un picchetto dopo l'altro, alcuni dei quali organizzati da personaggi di rilievo della scena culturale della città, come il «trustee» della City University of New York, Jeffrey Wiesenfeld.
Opera razzista e antisemita, «propaganda travestita da arte» come urlano I manifestanti che vorrebbero bruciare il palcoscenico? O interpretazione, discutibile ma lecita, del dramma dell'Achille Lauro — la nave attaccata nel 1985 da terroristi palestinesi e l'assassinio dell'ebreo Leon Klinghoffer, un anziano invalido, poi gettato in mare — da un punto di vista che tiene conto anche dei motivi storici del conflitto israelo-palestinese?
L'opera, rappresentata la prima volta più di vent'anni fa, ha sempre irritato la comunità ebraica fin dal titolo (perché «morte di Klinghoffer e non assassinio?»), ma non si era mai arrivati a un'ostilità così brutale. Le contestazioni iniziali all'opera che è considerata la migliore del maestro minimalista John Adams, avevano segnato la prematura fine della carriera di librettista di Alice Goodman. Dopo un primo periodo di proteste accalorate, però, le acque si erano calmate e l'opera è stata rappresentata negli anni scorsi più volte senza incidenti in California, a Londra, a St Louis e anche alla Juilliard di New York. Quando il Metropolitan ha deciso di aprire la stagione con questo melodramma sapeva che avrebbe fatto discutere, ma non immaginava fino a che punto.
A chi accusa l'opera di giustificare il terrorismo, il general manager della grande istituzione musicale newyorkese, Peter Gelb, replica che qualunque lavoro artistico dedicato a un conflitto deve esplorare le motivazioni di tutte e due le parti, senza per questo sostenere o giustificare i crimini commessi.
ll Metropolitan non aveva, però, tenuto conto del fatto che il mondo ebraico reagisce oggi con molta più emotività alla diffusione di opere come quella di Adams perché allarmato dal clima di antisemitismo che si è diffuso di recente, soprattutto in Europa. E il teatro di New York è un formidabile megafono.
Così, quando l'Anti Defamation League gli aveva chiesto di cancellare "The Death of Klinghoffer" dal cartellone, Gelb aveva proposto un compromesso: eseguire ugualmente l'opera a teatro, ma cancellando la tradizionale trasmissione della «prima» in 2000 teatri sparsi per il mondo.
Abraham Foxman, il presidente della Lega, aveva accettato questa soluzione. Ebreo anche lui, considera l'opera discutibile ma non antisemita.
Foxman temeva soprattutto che la sua rappresentazione nei teatri di città come Vienna, Amsterdam e Berlino potesse alimentare sentimenti ostili verso gli ebrei. Il compromesso di giugno che doveva raffreddare la polemica ha, invece, finito per scaldare ancora più gli animi: Adams ha protestato definendo «pura intolleranza» la cancellazione della trasmissione televisiva della sua opera, mentre i movimenti ebraici hanno visto in questa scelta la conferma della pericolosità dell'opera: perché a New York sì e altrove no? Così sono riprese le contestazioni più intolleranti, tracimate anche in raffiche di minacce via Internet a tutti i protagonisti: dallo stesso Foxman, definito un «kapo», al baritono Alan Opie, interprete di un Klinghoffer evidentemente non troppo simpatico, sommerso di insulti: «Per tutta la vita ti porterai addosso l'etichetta del fascista».

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