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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.05.2011 Le accuse di Mahmoud Ahmadinejad contro l'Occidente
Cronaca di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 maggio 2011
Pagina: 16
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «'Ladri di nuvole'. Ahmadinejad accusa l’Occidente»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/05/2011, a pag. 16, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " 'Ladri di nuvole'. Ahmadinejad accusa l’Occidente".


Mahmoud Ahmadinejad

La nuova accusa rivolta all’Europa da Mahmoud Ahmadinejad è (ma non è la prima volta) perlomeno originale. «Secondo alcuni rapporti sul clima, affidabili, i Paesi europei stanno usando macchinari speciali per svuotare le nuvole e provocare la pioggia sulla loro terra, costringendo alla siccità l’Iran e la regione» , ha detto il presidente della Repubblica Islamica inaugurando una diga. «È un’area che l’Occidente teme, comprende Paesi come il nostro e la Turchia con civiltà antiche e culture influenti. La prossima guerra sarà quella dell’acqua, ma queste azioni oscure non si ripeteranno, i nostri legali sono già al lavoro» , ha poi rassicurato. Appena finito di parlare è iniziato a piovere. Le denunce di complotti occidentali sono prassi in Iran anche in termini, appunto, bizzarri. Ma spesso nascondono messaggi concreti. Domani, i 27 ministri degli Esteri Ue approveranno nuove, pesanti sanzioni contro Teheran per il contenzioso nucleare irrisolto da anni. Le 100 e più società i cui beni saranno congelati non aiuteranno certo l’economia iraniana già in crisi, nonostante il petrolio. E il tentativo di Ahmadinejad di addossare all’esterno la colpa di problemi interni si inserisce nella lotta ai vertici a Teheran: l’economia, non a caso, è l’unico campo di cui il presidente è responsabile. Tutto il resto è nelle mani del Grande Ayatollah Ali Khamenei con cui la spaccatura è sempre più ampia. Dipinta come una lotta tra «tradizionalisti» rispettosi del verbo khomeinista che dà alla Guida Suprema poteri quasi assoluti in attesa che torni l’Imam nascosto da Allah 1200 anni fa, e «settari» accusati dai primi di superstizione o perfino stregoneria perché più devoti all’Imam sparito che a chi lo rappresenta, la battaglia va avanti almeno dalla scorsa estate, quando Ahmadinejad nominò vicepresidente il consuocero Esfandiar Mashai. Ricco e amante di una nota attrice, moderato con Israele, Mashai si proclama discendente e fedele del famoso Imam, il cui ritorno sarebbe imminente rendendo così inutile la tutela degli Ayatollah. E infatti Mashai è nazionalista e fautore di una «Repubblica iraniana» anziché islamica: una sfida aperta a Khamenei che l’ha rimosso da vicepresidente (ma Ahmadinejad l’ha intanto promosso capo di gabinetto), seguita da numerose altre a colpi di denunce, arresti, nomine e destituzioni. Due settimane fa, una retata tra i più fidi collaboratori del presidente e del suo Rasputin Mashai ha portato all’arresto di 25 persone con l’accusa di «stregoneria, perché in contatto con spiriti» . Solo nella scorsa settimana Ahmadinejad, che per 12 giorni aveva snobbato incontri ufficiali con la Guida, ha licenziato invece quattro ministri (in parte reintegrati da Khamenei, tra cui quello chiave dell’Intelligence, Haydar Moslehi), nominato un suo fedelissimo tra i vicepresidenti (ma ieri la Guida ne ha destituito un altro), annunciato di assumere l’interim del dicastero del Petrolio e quindi di voler presiedere personalmente la riunione dell’Opec in programma a Vienna tra 20 giorni. Tra accuse reciproche di «tradimento» lanciate pubblicamente e sui media, le due parti sono così arrivate alla guerra aperta, destinata ad inasprirsi con l’avvicinarsi delle elezioni parlamentari del 2012 e presidenziali l’anno dopo, in cui Ahmadinejad potrebbe appoggiare Meshai o perfino ricandidarsi modificando le leggi (sarebbe al terzo mandato). E questo nonostante l’ostilità del parlamento e di parte dei Guardiani della Rivoluzione schierati con Khamenei. Una divisione evidente, ma non necessariamente foriera di buoni sviluppi. «L’inimicizia è utile a entrambi come lo fu l’iniziale sostegno reciproco — commenta sul Guardian Saeed Kamali Dehghan—. Ognuno cerca di guadagnare popolarità attaccando l’altro: il presidente accusa la Guida di ostacolare le sue politiche, Khamenei si prepara a sacrificare il suo ex protetto in caso che la primavera araba contagi l’Iran» .

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