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Corriere della Sera Rassegna Stampa
22.09.2010 Il viaggio di David Irving ad Auschwitz è dileggio camuffato da storiografia
Commento di Pierluigi Battista, intervista a David Irving di Luigi Offeddu

Testata: Corriere della Sera
Data: 22 settembre 2010
Pagina: 22
Autore: Luigi Offeddu - Pierluigi Battista
Titolo: «A lezione con il negazionista. Il viaggio di Irving nei lager - Non è intolleranza fermare David Irving e il suo macabro turismo dell'orrore»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/09/2010, a pag. 22, l'intervista di Luigi Offeddu a David Irving dal titolo " A lezione con il negazionista. Il viaggio di Irving nei lager ", a pag. 48, il commento di Pierluigi Battista dal titolo " Non è intolleranza fermare David Irving e il suo macabro turismo dell'orrore ".

Sullo stesso argomento, invitiamo a leggere la Cartolina da Eurabia di Ugo Volli del 20/09/2010 (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=36495).
Ecco gli articoli di Pierluigi Battista e Luigi Offeddu

Pierluigi Battista : " Non è intolleranza fermare David Irving e il suo macabro turismo dell'orrore "


Pierluigi Battista

La prima domanda è: ma come gli è saltato in mente? La seconda: che aspetta la Polonia ad accompagnare, con gentilezza e senza modi inurbani, David Irving alla frontiera, onde impedire al negazionista della Shoah quelle «visite guidate» a pagamento ad Auschwitz, un rito profanatorio che, ovviamente, non ha niente a che spartire con la libertà d’espressione?

È molto discutibile, e certamente illiberale, che Irving sia perseguito per i libri che scrive, ancorché menzogneri e animati dalla volontà di voler negare persino l’evidenza. Altrettanto discutibile è che ci siano leggi apposite che definiscano il negazionismo un reato che contempla il carcere per chi lo commette. Ma Irving che oltrepassa l’ingresso dove è ancora scritto, come memoria dello scempio, Arbeit Macht Frei, è una derisione un po’ sconcia di un luogo simbolo dello sterminio ebraico.

Pensare ad Irving, seguito da un manipolo di seguaci nazisti disposti a pagare per assistere allo spettacolo del dileggio camuffato da storiografia, che calpesta con un sorriso beffardo la terra di Auschwitz, lascia immaginare un’intenzione turpe, intollerabile. Appunto: qui la tolleranza non c’entra. Non è intolleranza fermare l’oltraggio a cimiteri e luoghi di culto. Non è intolleranza impedire la beffa e il disprezzo per le vittime di una strage mostruosa.

Il negazionismo su Auschwitz dunque, incoraggiato addirittura da convegni internazionali antisemiti ospitati da Ahmadinejad, si fa turismo della menzogna, spettacolo dell’impostura. Quei luoghi dell’orrore, le docce della morte di Birkenau, i forni crematori, le baracche della detenzione, gli oggetti saccheggiati alle vittime, tutto questo verrebbe macchiato dal sorriso beffardo di uno storico che, trascinato dal suo vaneggiamento ideologico, si è fatto adesso impresario di una farsa macabra. Impedirglielo, non è un gesto di prepotenza. Ma un atto elementare di dignità e di decenza, che eviterebbe tra l’altro la marcia del dileggio su Auschwitz dei seguaci desiderosi di abbeverarsi alla fonte dell’imbonitore che si fa guida turistica. Interprete di un turismo molto particolare: il turismo dell’orrore.

Luigi Offeddu : " A lezione con il negazionista. Il viaggio di Irving nei lager "


David Irving

CRACOVIA — «Buonasera», in italiano. E poi, subito: «I’m a big man, you know?». La voce al telefono, da Varsavia, suona sicura e squillante. «Io sono un uomo grande e grosso, ho le spalle larghe, lo sa?». Dice così, David Irving, perché in questo momento un paio di organizzazioni antirazziste lo stanno cercando per mezza Polonia, e non proprio con intenti amichevoli. Lui che è il capofila riconosciuto degli storici negazionisti (ma nega di negare, ora: «Non sono negazionista, non ho negato l’Olocausto») vuole portare nei luoghi dove un tempo si massacrò, nei lager nazisti, un gruppo di «turisti» di vari Paesi. E là, spiegare loro la sua versione dei fatti. Una «visita» guidata e con una guida particolare, a dir poco: tutto a pagamento. Con una tappa anche ad Auschwitz. Non sarà facile, però: ieri sera, un portavoce di Auschwitz ha annunciato che saranno prese «misure appropriate» se Irving farà dichiarazioni che negano o sminuiscono l’Olocausto. Potrebbe cioè scattare un'incriminazione immediata. Almeno, sulla carta, il «tour» partirà oggi, con un'«agenda non pubblica» per problemi di sicurezza, e toccherà anche un paio dei quartieri generali di Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Se non si andrà nel cuore dell'orrore, ad Auschwitz, si cercherà di andare a Treblinka. In ogni caso sarà «un viaggio indimenticabile», avverte il sito Internet di Irving. Nient'affatto, sarà «una visita vergognosa, uno scandalo e un oltraggio», ribattono «Mai più » e altre associazioni antirazziste ed ebraiche che stanno organizzando proteste in varie località. Altri ancora considerano il «tour» come un espediente per avere un po' di pubblicità e ricordano che il promotore, date le sue lunghe frequentazioni con i tribunali, non naviga certo fra i milioni. Quanto a lui, lrving, l'uomo che nel 2006 venne arrestato e condannato a 3 anni di carcere in Austria per negazionismo, e che solo pochi giorni fa ha paragonato Auschwitz a una fittizia Disneyland mangiasoldi, ieri è arrivato a Varsavia, e si dice assai tranquillo.

Davvero non è preoccupato per le «misure appropriate» che si preannunciano?

«Ma neppure per sogno. Gliel'ho detto: I'm a big a man, in questi decenni abbiamo visto ben altro».

Chi è indignato per la vostra visita annuncia che tenterà comunque di bloccarvi all'ingresso di Treblinka...

«Staremo a vedere. Se lo faranno davvero, e se per farlo useranno la violenza, alloravuol dire che useranno tattiche naziste».

Come ha detto?

«Senta, non uso questa parola a caso. Voglio dirlo ben chiaro: tattiche naziste. E in questo concetto includo anche l'eventuale ricorso a forze di polizia per impedire la nostra libertà di movimento».

 Quanto pagano gli iscritti a questo viaggio?

«In tutto, compresi i biglietti di ingresso là dove ci sono, 2.650 euro».

E sono in tanti, questi «turisti»?

«Un pullman al completo, forse di più. Le richieste di iscrizione sono state tantissime. Diverse persone che volevano venire, abbiamo dovuto mandarle via. I partecipanti provengono da vari Paesi europei, per esempio dalla Svezia. E poi dagli Stati Uniti, e anche dal Sudafrica».

Ma che senso ha questa visita?

«Quello di andare nei luoghi dove si è fatta la storia, quella vera, e farsene un’idea di persona». cioè scattare un’incriminazione immediata. Al meno sulla cart a, il «tour» partirà oggi, con un’«agenda non pubblica» per problemi di sicurezza, e toccherà anche un paio dei quartieri generali di Adolf Hitler e Heinrich Himmler. Se non si andrà nel cuore dell’orrore, ad Auschwitz, si cercherà di andare a Treblinka. In ogni caso sarà «un viaggio indimenticabile», avverte il sito Internet di Irving. Nient’affatto, sarà «una visita vergognosa, uno scandalo e un oltraggio», ribattono «Mai più» e altre associazioni antirazziste ed ebraiche che stanno organizzando proteste in varie località. Altri ancora considerano il «tour» come un espediente per avere un po’ di pubblicità e ricordano che il promotore, date le sue lunghe frequentazioni con i tribunali, non naviga certo fra i milioni. Quanto a lui, Irving, l’uomo che nel 2006 venne arrestato e condannato a 3 anni di carcere in Austria per negazionismo, e che solo pochi giorni fa ha paragonato Auschwitz a una fittizia Disneyland mangiasoldi, ieri è arrivato a Varsavia, e si dice assai tranquillo.

Davvero non è preoccupato per le «misure appropriate» che si preannunciano?

«Ma neppure per sogno. Gliel’ho detto: I’m a big a man, in questi decenni abbiamo visto ben altro».

Chi è indignato per la vostra visita annuncia che tenterà comunque di bloccarvi all’ingresso di Treblinka...

«Staremo a vedere. Se lo faranno davvero, e se per farlo useranno la violenza, allora vuol dire che useranno tattiche naziste». Come ha detto? «Senta, non uso questa parola a caso. Voglio dirlo ben chiaro: tattiche naziste. E in questo concetto includo anche l’eventuale ricorso a forze di polizia per impedire la nostra libertà di movimento».

Quanto pagano gli iscritti a queQuali sono le tappe previste? «Il viaggio vero e proprio durerà una settimana. Prima andremo nella regione dei Laghi Masuri, un posto molto bello (e denso di memorie tremende per quanto vi accadde durante la Seconda guerra mondiale, ndr), poi visiteremo il quartier generale di Himmler e quello di Hitler a Rastenburg, la famosa "Tana del Lupo". Si parlerà di come fu preparato l’attentato a Hitler del luglio 1944. Quindi, tornati verso Varsavia, rivisiteremo intorno a Treblinka i luoghi dell’operazione Reinhardt, e infine i luoghi della resistenza polacca nella capitale». 

«Operazione Reinhardt» è una frase in codice delle Ss che fa agghiacciare la pelle e tremare i polsi, fra gli stessi storici che di tempo in tempo tornano ad occuparsene: voluta da Hitler e coordinata da Himmler, fu il progetto di sterminio degli ebrei di Polonia, imperniato sui lager di Sobibor, Treblinka e Belzec. Nel sito Internet di Irving, 65 anni dopo, è definita «la controversa Operazione Reinhardt».

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